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Baroni: «Quando siamo partiti ci davano tutti già retrocessi, invece questo gruppo non molla mai»

A Dazn: «Mi sono inginocchiato in campo perché ho perso mio padre a maggio e avrei voluto guardarlo un’altra volta. Questi ragazzi sono stati straordinari».

Baroni: «Quando siamo partiti ci davano tutti già retrocessi, invece questo gruppo non molla mai»
Db Monza 28/05/2023 - campionato di calcio serie A / Monza-Lecce / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Marco Baroni

Durante l’ultimo minuto di Monza-Lecce, nell’istante in cui Colombo ha trasformato il rigore della squadra pugliese salvando matematicamente i giallorossi, l’allenatore Baroni si è inginocchiato al cielo. Questi tre punti sono i più importanti della stagione dei leccesi, che la prossima stagione resteranno in Serie A. Baroni ha raccontato le sue emozioni ai microfoni:

«E’ stato un sentimento forte perché ho perso mio padre a maggio. Lui è la persona più importante della mia vita, è sempre stato al mio fianco, anche ora avrei voluto guardarlo un’altra volta. Ho pensato a lui, alla squadra, a Trinchera, ai tifosi, alla società. Questi ragazzi sono stati straordinari sotto tutti i punti di vista. Quando siamo partiti gli addetti ai lavori ci davano già retrocessi, invece questo è un gruppo che ci ha dato tanti stimoli a noi dello staff, è sempre stata una squadra giovane ma che se l’è giocata su tutti i campi con compattezza e un’identità forte, complimenti a loro che sono stati i grandi attori».

Baroni sulla festa nello spogliatoio:

«Mi è piaciuto molto come la squadra ha gestito il momento, alleggerendolo molto. Sono giovani non hanno il bagaglio esperienziale per gestire dal punto di vista emotivo queste partite, abbiamo lavorato molto su fiducia e convinzione, abbiamo dato un senso ai meriti, abbiamo rafforzato e oggi se li sono presi tutti, bravi veramente. Una vittoria di tutti. Quando mi sono buttato in questa avventura ho incontrato Corvino a casa sua, l’ho guardato negli occhi e ho visto un lupo come me, con ancora tanta voglia di fare qualcosa di importante per il suo territorio. Ho rivisto una parte della mia carriera calcistica, quando col Lecce ci salvammo e mi si è aperto un sogno, ho lavorato duramente per poterlo coronare da allenatore, questo mi fa piacere, ma è una condivisione, sono stati tutti fantastici».

Baroni ha voluto anche parlare della stagione nel suo intero:

«E’ stata una stagione non facile, dove sia io che il direttore ci siamo assunti grandi responsabilità perché lui ha dovuto prendere giocatori con non grandissime disponibilità. Abbiamo cambiato quasi tutto, all’inizio ci siamo arrangiati ma la squadra ha lavorato, ci ha dato tanta motivazione, non si stancavano, erano sempre sul pezzo e abbiamo cucito loro addosso il calcio che potevano fare. Perché è chiaro che a volte sono venute fuori lacune tecniche nella rifinitura, la squadra non riusciva a tenere quel livello di classifica, ma siamo stati tutti bravi. Non si sono mai scoraggiati, sono rimasti centrati sull’obiettivo e hanno affrontato un periodo negativo, in termini di risultati, ma mai di prestazione, ecco perché ho voluto rafforzare i loro meriti e dato loro un significato. Oggi siamo venuti qui, una partita difficile e abbiamo concesso pochissimo. Abbiamo sbagliato qualche gol ma le cose si ricompensano sempre, il rigore finale ero sicuro che segnasse, anche se non ho guardato. I compagni hanno dato la palla a Lorenzo, il più giovane, che a volte non è stato compreso, questo è un bel significato. Quando ho visto questo gesto ha rappresentato bene questo gruppo».

Ma il momento più drammatico per Baroni non è stato il rigore di Colombo, ma quello parato da Falcone. Perché in più occasioni il Lecce si è visto riprendere nonostante il bel gioco:

«Abbiamo perso in casa immeritatamente contro il Verona, a Roma abbiamo sbagliato rigore e siamo andati sotto, poi in vantaggio e poi ripresi. Questa squadra ha addosso il dna di una squadra che non molla mai, che sta sempre in partita e sa affrontare le difficoltà. È la squadra più giovane del torneo e la quinta più giovane d’Europa, ha portato i suoi valori a testa alta, con orgoglio, trasformandoli in energia».

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