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Gnonto:«Mancini era il mio idolo, mai mi sarei aspettato di essere in Nazionale con lui»

Al Corsera: «Sarò sempre grato all’Inter, ma non la vedo come un’occasione persa»

Gnonto:«Mancini era il mio idolo, mai mi sarei aspettato di essere in Nazionale con lui»
Db Bologna 04/06/2022 - Nations League / Italia-Germania / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Wilfred Gnonto

L’attaccante del Leeds e della Nazionale italiana, Willy Gnonto,  ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera dove ha parlato della sua esperienza con la maglia dell’Italia. Per Gnonto, Mancini è un idolo e ricorda bene quando allenava la prima squadra dell’Inter:

«La verità? Provo la stessa sensazione. Mi ricordo quando ero piccolo all’Inter e lui allenava la prima squadra: era un idolo e non mi sarei mai aspettato di essere in Nazionale con lui».

La sua prima sfida da giocatore di Premier contro gli inglesi?
«È speciale per me e c’è in palio qualcosa di importante. Ha un valore doppio».

Domani è la prima Nazionale senza Vialli:
«Ha cercato subito di farmi sentire parte del gruppo e di darmi consigli: i momenti passati insieme e le sue parole resteranno sempre con me».

L’Inter è un’occasione persa per Gnonto? lui dice di no:
«Sarò sempre grato all’Inter, ma non la vedo come un’occasione persa. Ho dovuto fare una scelta, sono andato in Svizzera per giocare e penso di avere fatto quella giusta per me e la mia famiglia».

Suo padre Boris era già cittadino italiano quando lei è nato, quindi lei è azzurro fin dalle giovanili. Ma ci sono ragazzi nati in Italia, come Amey del Bologna, che non hanno ancora la cittadinanza e scelgono la Nazionale dei genitori. C’è il rischio di perdere dei talenti?
«Sì, posso dire che il rischio c’è. Però penso che alla fine ognuno sceglie la Nazionale che si sente. Io potevo scegliere la Costa d’Avorio, ma sono nato in Italia, mi sento italiano e penso sia la scelta giusta per me».

Sul nuovo attaccante  Retegui:
«Non tanto, ma se è arrivato vuol dire che ha delle qualità e secondo me ha bisogno di tempo per esprimerle».

Rispetto al debutto, sente di avere uno status differente?
«Questo non lo so. Ma so che cerco di sfruttare ogni occasione al massimo: per me è un onore esserci e so che è una fortuna. Cerco di migliorarmi, perché la Nazionale è il posto dove voglio stare».

Il passaggio in Premier nell’ultimo giorno di calciomercato:
«Non ci speravo neanche più tantissimo, è successo tutto molto in fretta e non ho avuto tempo di realizzare. Ma è stata un’emozione bellissima. L’impatto è stato buono a livello personale, la squadra vive un po’ di alti e bassi».

C’è stato un rodaggio con la seconda squadra. Ma a giudicare dal suo primo gol nel Leeds U21, la differenza coi suoi pari età inglese è evidente.
«L’allenatore pensava fosse il percorso migliore per me, ma non vedevo l’ora di giocare con la prima squadra per dare il mio contributo: diciamo che ci è voluto un po’».

Il gol alla Di Canio:
«Forse sì, perché io avevo un uomo più vicino e ho dovuto reagire in fretta. Ma non posso dire se è meglio il mio o il suo, perché lui è una leggenda in Premier…».

Di certo lei sta vivendo emozioni forti.
«Mi sembra un sogno: vengo da Baveno e non mi sarei mai aspettato un giorno di arrivare in Premier o di ricevere complimenti da giocatori del genere. Vivo tutto con grande orgoglio e cerco sempre di impegnarmi per migliorare».

Com’è stato segnare a Old Trafford?
«Mi ha colpito il silenzio che è calato, anche perché il gol è arrivato inaspettato, dopo un minuto. Un bel momento».

Della Premier cosa ha colpito di più Gnonto
«L’atmosfera. I tifosi sono sempre caldi, ti fanno sentire l’importanza della partita: capisci che c’è grande cultura del calcio».

Come hanno vissuto in Inghilterra l’eliminazione dal Mondiale?
«Ci speravano molto. Ma che vinca o che perda la Nazionale in Inghilterra riunisce le persone».

Noi italiani l’abbiamo visto dal divano.
«È stato strano, anche perché non ho avuto la fortuna di vedere tanti Mondiali con l’Italia. Però la nostra storia dice che dobbiamo esserci».

La finale di Wembley 2021 dove l’ha guardata?
«In piazza al mio paese, con i miei amici davanti al maxischermo».

Chi l’ha impressionata di più fra i giocatori inglesi in Premier?
«Rashford».

Conosce il suo impegno nel sociale?
«Certo, l’ho seguito tanto. È giusto che un calciatore del suo livello sfrutti l’occasione per dare messaggi positivi e aiutare gli altri».

Il suo modello Sterling domani non c’è:
«In tanti dicevano che gli somigliavo: incrociarlo in Premier è stato, è incredibile. Mi godo ogni momento».

Cosa dobbiamo imparare dagli inglesi?
«Le strutture lì sono al top. E in Italia ci sono più pressioni, credo. A Leeds i giocatori vengono lasciati tranquilli».

A giugno ci sono Nations e Europeo U21. Che farà?
«Sono pronto a tutto, senza nessun problema».

Ma in vacanza non ci va mai?
«Non è il momento, ci sarà tempo più avanti».

 

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