Giocatori incazzati: le nuove Dunlop dopo due o tre colpi perdono pressione. Djokovic: “Meglio così, è difficile tirare vincenti e per fare un punto te lo devi guadagnare”
Le palline mosce. Troppo soffici, pesanti. Il paradiso dei pallettari e l’incubo dei grandi colpitori. E’ l’ultimo “grido” della polemica tennistica. Ne hanno parlato prima Murray e Nadal, poi Medvedev ha definitivamente imposto il problema all’attenzione di tutti: le nuove Dunlop invecchiano subito, dopo due o tre colpi e perdono pressione. E così si allungano inesorabilmente gli scambi. Il passo successivo è l’aumento dei traumi ai polsi, ai gomiti e alle spalle dei top player.
Medvedev per esempio martedì a Dubai ha battuto Matteo Arnaldi 6-4 6-2, dominandolo. Ma la partita è durata 1 ora e 31 minuti: “È quasi un’assurdità, onestamente”, ha detto Medvedev ai giornalisti. “Quando le palle sono al loro punto più basso, verso la fine dei nove game di utilizzo, sembrava che né io né lui potessimo vincere un punto“.
Secondo il russo le palline “diventano super, super soffici” dopo un paio di game. “Secondo me, è anche noioso. Non posso fare niente con una pallina così. Tiro in mezzo, lui risponde, non sbaglia nessuno, le gambe bruciano. Non fa bene al corpo, e questo è importante”.
Il Telegraph scrive che durante la conferenza stampa pre-torneo agli Australian Open già Nadal ne aveva parlato: “Dicono che sono le stesse palline, ma sono di qualità peggiore, senza dubbio. E’ una palla che non ha la stessa rotazione del solito. Dopo un paio di colpi, la palla perde pressione. È più difficile colpire con lo spin giusto”.
Ovviamente c’è chi ne approfitta. E di solito quello che ne approfitta è… Djokovic: “A me piacciono queste palline. Non è così facile fare gli uno-due, punti veloci e i vincenti. Devi guadagnartelo il punto, correre di più e lavorare di più“.
Secondo Medvedev è proprio una questione di salute, lo sforzo extra richiesto per tirare forte queste Dunlop un po’ flosce fa vittime negli spogliatoi: “Vedo Rune, Tsitsipas, Korda, tutti a massaggiarsi polso, gomito e spalla. Io stesso devo fare fisioterapia extra al polso ogni giorno, dopo gli Australian Open”.
Anche Murray, non proprio uno che si lamenta della durata delle partite, ne aveva parlato dopo la maratona notturna con Kokkinakis: “Sembrava che non ci fosse pressione nella pallina, quasi piatta. E’ difficile fare vincenti una volta che sei nello scambio. Penso che abbiamo fatto scambi di 70 colpi o più, il che non è normale”.