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Juventus, la Procura di Torino indaga su accordi fuori bilancio con Udinese e Atalanta (Repubblica)

I pm sospettano che i club fossero utilizzati dalla Juve come banche per far quadrare i conti. Nel mirino la cessione di Mandragora del 2018

Juventus, la Procura di Torino indaga su accordi fuori bilancio con Udinese e Atalanta (Repubblica)
Juventus FC sports director Fabio Paratici (L) and Juventus FC chairman, Andrea Agnelli (R) attend the Italian Serie A football match Parma vs Juventus on August 24, 2019 at the Ennio-Tardini stadium in Parma. (Photo by Marco Bertorello / AFP)

La Procura di Torino studia le carte di accordi mai depositati in Lega tra Juventus, Atalanta e Udinese. Nel mirino, in particolare, la cessione di Mandragora all’Udinese nel 2018, per 20 milioni, con possibilità di riacquisto un anno dopo. Il sospetto degli inquirenti è che questi club fungessero da banca per far quadrare i conti della Juventus. Lo scrive Repubblica.

“Accordi segreti, non depositati in Lega, non solo sulle manovre stipendi, ma anche dietro alle cessioni dei calciatori ad altri club, utilizzati un po’ come fossero “banche” per far quadrare i conti della Juventus. È questo il sospetto della procura di Torino che sta continuando ad ascoltare testimoni a un mese dall’udienza preliminare fissata per il 27 marzo”.

Si tratta di un nuovo filone di accertamenti sulle plusvalenze nell’inchiesta Prisma. Elementi che, scrive il quotidiano, potranno portare a contestazioni suppletive al momento del processo.

“I pm hanno voluto scavare su alcuni rapporti di partnership, tra cui quelli con l’Udinese per 26 milioni di euro. Per i pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello ci sarebbero delle “side letter” sottoscritte solo dalla Juventus dietro ai famosi “impegni morali” di cui parlò l’ex ds Paratici. Nel mirino è finita così la “girandola” di Rolando Mandragora: il centrocampista a luglio 2018, dopo due anni alla Juve, era stato acquistato per 20 milioni dall’Udinese, fruttando una plusvalenza di 13,7 milioni. Il 23 giugno il calciatore si era infortunato a un ginocchio, e il 3 ottobre era stato ricomprato a un prezzo di 10 milioni più 6 di bonus dalla Juve, che lo aveva lasciato però in prestito al club friulano. Per riprenderlo la Juve aveva esercitato poi un’opzione di riacquisto, la cosiddetta “recompra”, norma che permette di inserire a bilancio la plusvalenza. La procura sospetta però che si trattasse di un obbligo di riacquisto mascherato dalla Juventus, che avrebbe dovuto riacquistarlo a 26 milioni, e che non sarebbe quindi nemmeno stato del tutto onorato”.

In procura sono stati ascoltati come testimoni Mandragora e suo padre, che gli fa da agente e ieri anche il vicepresidente dell’Udinese Stefano Campoccia, che Repubblica ricorda essere stato presente alla famosa cena con Gravina organizzata da Andrea Agnelli.

“I pm venerdì scorso hanno anche cercato conferme da Maurizio Lombardo, dirigente della Roma che, nel passato alla Juventus, si era occupato dei contratti di cessione dei calciatori”.

Le altre scritture non depositate in Lega, riguardano debiti con l’Atalanta per 14,5 milioni di euro non messi
a bilancio.

“Tra le prove, una scrittura tra Percassi e Paratici del 3 settembre 2020. E gli impegni di riacquisto non federali, secondo gli investigatori, avrebbero riguardato i calciatori Mattiello (per 4 milioni), Muratore, (4 anche lui), Caldara (3,5) e Romero (3 milioni)”.

 

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