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Paratici rassicura Bonucci: «La Juventus è degli Agnelli. Che vuoi che succeda per due stipendi?»

L’ex direttore sportivo intercettato mentre parla con il giocatore Juve. Mentre Cherubini ammette: «Ho avuto sere che tornavo a casa e mi veniva da vomitare».

Paratici rassicura Bonucci: «La Juventus è degli Agnelli. Che vuoi che succeda per due stipendi?»
Db Torino 02/11/2019 - campionato di calcio serie A / Torino-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Fabio Paratici

Tra le tante intercettazioni che ogni giorno spuntano sui quotidiani ce n’è una che riguarda un dialogo tra Leonardo Bonucci e l’ex direttore sportivo della Juventus, Fabio Paratici. Risale al 2020. La manovra stipendi del club bianconero è in atto. Bonucci parla a Paratici. Gli dice:

«Scusa Fabio, io mi fido di te ma se poi arriva un altro?».

Paratici lo invita alla calma: la Juve è quotata in borsa, appartiene agli Agnelli, che cosa può mai succedere per un paio di stipendi?

«Leo, la Juventus è quotata in Borsa, è della famiglia Agnelli. Vuoi che succeda il finimondo per due stipendi?».

La conversazione tra Bonucci e Paratici, scrive La Repubblica, è stata raccontata dallo stesso calciatore Juve agli investigatori durante la sua audizione, il 4 aprile di quest’anno. A Bonucci fu chiesto conto della prima manovra stipendi. La Guardia di Finanza aveva già perquisito gli uffici Juventus alla Continassa, aveva già analizzato i conti in rosso e ascoltato le intercettazioni dei manager bianconeri. Insomma, era già esploso il caso. A gestire la manovra stipendi dal lato dei calciatori era stato l’allora capitano della Juve, Giorgio Chiellini.

Le carte dell’inchiesta, scrive La Repubblica, “raccontano di accordi segreti tenuti nei cassetti di avvocati e notai, con la paura che qualcuno possa scoprirli”. Nelle intercettazioni si sente:

«È meglio che non ci fosse quel carteggio. E ancora grazie che Ronaldo non ha fatto dei pizzini pericolosi».

Nelle perquisizioni, i finanzieri hanno trovato diversi foglietti manoscritti, “appunti cifrati per dare a tavolino valori «artefatti» ai calciatori, sostengono gli investigatori, necessari per ripianare «investimenti oltre le previsioni di budget», «mercati pirotecnici» e «arroganti»”.

Nelle intercettazioni c’è anche Cherubini, che si sfoga al telefono.

«Giuro ho avuto delle sere che tornavo a casa e mi veniva da vomitare solo a pensarci».

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