Al Messaggero: «Mi aspettavo Sonego, la soluzione più logica, soprattutto perché era in palla. Ma non ho tutte le informazioni di Volandri».
Il Messaggero intervista il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi. Gli viene chiesto di indicare il successo che ha preferito di più nel 2022.
«La più clamorosa è la vittoria di Berrettini al Queen’s, per come è maturata, a seguito dell’ennesimo infortunio: un’impresa».
La ciliegina sulla torta sarebbe stata la finale di Coppa Davis, dice Binaghi o la qualificazione di Sinner alle Finals, ma è stata comunque una stagione difficile, costellata di infortuni, per cui ci si può ritenere soddisfatti. Il presidente Binaghi parla anche di Matteo Berrettini, sceso in campo a sorpresa al fianco di Fognini, dopo l’infortunio di Bolelli, nella semifinale di Coppa Davis persa dall’Italia contro il Canada. Qualche giorno fa ne parlò l’allenatore, Volandri.
«Francamente mi sono stupito di vederlo impiegato, io non sapevo nemmeno che fosse in grado di giocare. Mi aspettavo l’impiego di Sonego, pensavo fosse la soluzione più logica, soprattutto perché era in palla, come Aliassime
che infatti, pur non essendo un doppista, ha trascinato il Canada alla vittoria finale. Ma io non ho tutte le informazioni che aveva a disposizione Volandri per decidere».
Si aspettava di vedere anche Sinner al fianco dei suoi compagni? Binaghi risponde:
«Diciamo così: quello che ha fatto Berrettini è encomiabile, ma anche le vittorie di squadra nel tennis sono la somma di quelle individuali e se Sinner ha preso la sua decisione, come accaduto quando rinunciò alle Olimpiadi, perché riteneva di prepararsi meglio altrove, io la rispetto».
Nell’intervista il presidente Binaghi rivendica l’autofinanziamento del tennis.
«85% di autofinanziamenti, 15% di contributi statali. Di questo campa il tennis italiano».