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Agnelli parla con Arrivabene: «Non era solo il Covid, ma tutta la merda che sta sotto che non si può dire» 

Le intercettazioni su La Repubblica. Il contabile Juve: «Non c’è criterio nel modo in cui spendiamo i soldi, è chiaro che in due anni abbiamo chiesto 700 milioni agli azionisti». 

Agnelli parla con Arrivabene: «Non era solo il Covid, ma tutta la merda che sta sotto che non si può dire» 
Db Parma 24/08/2019 - campionato di calcio serie A / Parma-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli-Fabio Paratici

Agnelli parla con Arrivabene: «Non era solo il Covid, ma tutta la merda che sta sotto che non si può dire»

Le intercettazioni delle conversazioni tra i dirigenti della Juventus su stipendi e plusvalenze riempiono i quotidiani. Illuminanti quelle pubblicate da La Repubblica. Ad esempio quella che svela il contenuto del dialogo via messaggi tra l’ex direttore sportivo, Paratici, e il suo braccio destro, Federico Cherubini.

Paratici scrive a Cherubini:

«Dobbiamo essere aperti su tutto. La priorità sarà vendere in prima squadra ma allo stesso tempo prepariamo cessioni giovani. Facciamoci trovare pronti, così potremmo scegliere e non essere costretti a restare a piedi. In qualche modo faremo e arriveremo a dama… ne sono sicuro, siamo troppo bravi e troppo allenati».

Dell’«allarmante situazione economica, patrimoniale e finanziaria» della Juve, secondo i pm, era a conoscenza anche Agnelli. In occasione del rinnovo di Chiellini, il contabile della Juventus, Stefano Bertola, dice:

«Non c’è criterio nel modo in cui spendiamo i soldi. Non c’è da stupirsi se in due anni abbiamo chiesto 700 milioni di euro agli azionisti».

Nelle 544 pagine di richiesta di misure cautelari poi respinte dal gip, i pm scrivono dei due aumenti di capitale che non hanno sanato i conti. Cosa che sosteneva anche l’amministratore delegato del club, Arrivabene.

«Fatti i conti della serva noi dovevamo fare per star tranquilli, un aumento di 650 milioni, non di 400… per sanare».

E Bertola aveva commentato:

«Siamo andati decisamente in over spending».

In più c’erano i debiti extra bilancio con gli altri club e da ultimo la pandemia con gli stadi vuoti e le partite bloccate. Anche se, come aveva detto Re (intercettazioni sempre su La Repubblica):

«Con la favola di dire che il Covid ha mangiato 340 milioni si allunga il naso a chiunque».

Il lockdown, secondo l’accusa, era stato solo il paravento dietro cui nascondere i guai. Il 3 settembre 2021, Andrea Agnelli ne parla con Arrivabene:

«Non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene. Dall’altro abbiamo ingolfato la macchina con ammortamenti e soprattutto la merda… perché è tutta la merda che sta sotto che non si può dire».

Secondo i pm, la crescita dei costi, in particolare degli acquisti e degli stipendi dei calciatori tesserati, «non è stata casuale, ma una ben precisa scelta aziendale».

Cherubini lo sostiene in una conversazione con Agnelli. Parla del «progetto che è stato fatto da Higuain in poi» per far fronte a «una rosa che sta tendendo a invecchiare». E il direttore finanziario della Juve, Cerrato conferma: «Poi è stato fatto un all in con Ronaldo, De Ligt e così via e subito dopo è arrivato il Covid».

 

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