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Vecchioni: «Io e De André oggi saremmo artisti hip hop. Bertoli non aveva simpatia per me»

Al Fatto Quotidiano: «L’enigmistica è un sollievo per la mente. Uno ha scorporato Luci a San Siro e ha riscritto tutta la mia storia lettera per lettera»

Vecchioni: «Io e De André oggi saremmo artisti hip hop. Bertoli non aveva simpatia per me»
Db Milano 05/12/2005 - concerto di Roberto Vecchioni / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Roberto Vecchioni

Il Fatto Quotidiano ha incontrato Roberto Vecchioni in occasione del premio Pierangelo Bertoli, consegnato al Teatro Storchi di Modena lo scorso week end.

Il suo rapporto con Bertoli

«Come persona non era facile: non voleva che si entrasse nel suo intimo, era ironico e sempre pronto alla battuta con una vena di rabbia contro i potenti e le persone ignobili. Non aveva una grandissima simpatia per me, mi apprezzava come cantautore. In fondo io ero figlio di borghesi e lui un contadino di Sassuolo, io ero un giovane comunista mentre lui era molto oltre»

I rapper 

«Comunicano argomenti fondamentali che sono la rabbia contro il mondo che non cambia e il senso di un amore che dovrebbe essere equilibrio. E lo dicono con un’altra semantica perché è più appropriata questa brevità nel rap. È un triplo salto carpiato con caduta perfetta rispetto alla canzone di Guccini, De Gregori e alla mia: noi straparlavamo, loro riassumono»

«Io e De André oggi saremmo artisti hip hop»

La passione di Vecchioni per l’enigmistica

«È un sollievo per la mente cercare astuzie nella parola: vale per scrivere canzoni ma pure per divertirsi. C’è anche una riunione annuale e ci vado quasi sempre: uno di questi enigmisti ha scorporato Luci a San Siro e ha riscritto tutta la mia storia lettera per lettera»

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