ilNapolista

Il rugby sperimenta i nomi dei giocatori sulle maglie

Nel torneo di rugby, l’Autumn Nations Series, Italia, Inghilterra e Scozia sperimentano per la prima volta i nomi dietro le maglie di gara

Il rugby sperimenta i nomi dei giocatori sulle maglie
Roma 24/02/2019 - rugby torneo 6 Nazioni / Italia-Irlanda /foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Abraham Steyn

Sono giornate a loro modo storiche per il rugby. Questi giorni, nell’Autumn Nations Series, Italia, Inghilterra e Scozia, i giocatori hanno i loro nomi stampati sulle maglie da gara.

Dov’è la novità?, si potrebbe obiettare. Presto detto: il rugby è l’unico sport di squadra in cui non ci sono i nomi dei giocatori dietro le maglie. Il Times lo anticipava già il 28 ottobre. Ma questi giorni molti sono rimasti sorpresi a notare il cambiamento.

Storicamente il rugby lascia poco spazio agli individualismi. Prima di tutto viene il collettivo, la squadra, nel bene e nel male.

Forse è solo passatismo, nostalgia, ma probabilmente c’è qualcosa di più, qualcosa che ha a che fare coi valori di questo sport.

Come scrive Il Post:

«Nelle squadre nazionali in particolare vige una cosiddetta regola non scritta per cui nessun giocatore possiede veramente la propria divisa, ma la riceve soltanto per un certo periodo in cui proverà a difenderla e migliorarla, per poi consegnarla a chi verrà dopo».

«Come tutti i cambiamenti, però, la decisione presa da certe nazionali di iniziare a usare le maglie con i nomi sta dividendo parecchio. La federazione inglese ritiene che sia un modo per sfruttare maggiormente l’immagine dei giocatori, soprattutto i più amati e appetibili dagli sponsor, creando nuovi interessi, maggior riconoscibilità (anche per gli spettatori) e nuovi mercati (come per i tanti calciatori diventati dei veri e propri brand)».

«Alcuni tentativi di questo tipo sono già stati introdotti nelle squadre di club, che operano in un contesto perlopiù privato dove sperimentazioni e iniziative sono più facili da applicare. C’è però chi ritiene che oltre a entrare in conflitto con una tradizione rugbistica da conservare ad ogni costo, i nomi sulle maglie rappresentino solo una spesa in più da sostenere, dato che su larga scala la personalizzazione richiederebbe manodopera e materiali già di per sé piuttosto costosi, vista la resistenza che le divise devono garantire durante le partite. Per ora, tuttavia, le maglie con i nomi non sono ancora in vendita e verranno sperimentate per un periodo di tre partite».

I nomi dietro le maglie potranno sicuramente aiutare i telecronisti smemorati ma sembrano un punto di non ritorno. Anche il rugby abdica alle necessità del presente. Qualcosa di ineluttabile, culturalmente ed economicamente.

ilnapolista © riproduzione riservata