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Se Spalletti recuperasse Ndombélé

Il Tottenham lo pagò 70 milioni. Se non fosse stato un calciatore da rimettere in sesto, non sarebbe venuto a Napoli. È più che un mediano

Se Spalletti recuperasse Ndombélé

«Parole, parole, parole» cantava Mina in una canzone iconica dedicata a un uomo che non cambiava mai. «Non cambi mai, non cambi mai, non cambi mai» e non cambia mai anche una frangia rumorosa e fastidiosa dei seguitori (come li chiamava il Napolista qualche tempo fa) del Napoli, che dopo centotré (103) minuti in Serie A, di cui due primi tempi fuori ruolo – o comunque in un ruolo dispendioso che in questo momento ha qualche difficoltà nel ricoprire – e un paio di spezzoni sostanzialmente insignificanti aveva già accusato Tanguy Ndombélé di bakayokismo, derubricandolo a pacco. E va detto che questa volta ha contribuito pure un pezzo della stampa, soprattutto quella inglese che con il centrocampista ex Tottenham (non certo un campione di professionalità) probabilmente aveva il dente un pochino avvelenato.

Sia chiaro: il gol di ieri non cambia niente. È un inizio, ma c’è ancora tanto da crescere. Va però scritto che Ndombélé è entrato bene da mezzala. Con un altro piglio. Spalletti l’aveva chiarito che è uno che guarda più avanti che dietro. Ma anche qui – probabilmente senza conoscerlo – qualcuno aveva fatto quell’equazione perfino un po’ razzista per cui «è grosso e nero e quindi fa il mediano», quello che un tempo veniva definito schiattapalloni. No. Tanguy è uno che imbuca, che vede spazio dove non riescono a vederlo altri calciatori. Ed è un funambolo. Non sono caratteristiche da medianaccio. Che poi lo possa fare è un altro conto.

La verità è che non c’è pazienza. D’altronde è un fatto notorio che Ndombélé sia un calciatore che va recuperato, rimesso in sesto. Ed era notorio già quando il Napoli l’ha preso. Se non fosse stato così, un calciatore del suo talento e del suo status – parliamo di un centrocampista che il Tottenham ha pagato la bellezza di settanta pesos tre anni fa – non sarebbe potuto venire da queste parti. Non è una critica al Napoli, anzi, è che semplicemente avrebbe avuto costi inaccessibili per un club come quello azzurro. Bravo è stato Giuntoli prima a fiutare e poi a sfruttare l’occasione a buon mercato, visto che con questa operazione (intelligentissima) Spalletti potrebbe ritrovarsi tra le mani una bomba pronta ad esplodere. Esplodere in positivo, ovviamente. Perché se Ndombélé tornasse ad essere un calciatore più simile a quello che abbiamo cominciato a vedere ieri (ancora distante da quello che si fece apprezzare al Lione) potrebbe essere un ago della bilancia importante nella stagione del Napoli. Non un riempitivo, non un tappabuchi, ma un altro titolare. Che, in certe situazioni, può addirittura fare la differenza. Sta alle mani sapienti di Spalletti che in questi anni, in situazioni del genere, ha dimostrato di saperci fare.

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