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Casarin: In Italia il gioco all’inglese non funziona, servirebbe uno sviluppo della correttezza dei giocatori

Sul Corsera. Forse qualcuno li ha convinti che con il gioco all’inglese non ci sono più i fischi dell’arbitro. Si gioca di meno perché si protesta di più

Casarin: In Italia il gioco all’inglese non funziona, servirebbe uno sviluppo della correttezza dei giocatori
Db Bergamo 27/01/2021 - Coppa Italia/ Atalanta-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: arbitri guardalinee

A firma Paolo Casarin sull’edizione odierna del Corriere della Sera un articolo sul tentativo, in Italia, di arbitrare alla inglese. Una tendenza confermata dai numeri.

Negli anni Novanta, i dati di migliaia di gare di serie A indicavano che i falli fischiati per gara erano compresi tra i 40 e i 43 per gara, con 50-57 minuti di tempo effettivo. Nella scorsa stagione i falli sono stati circa 24-27 mentre il tempo effettivo medio di ogni gara non ha superato i 51 minuti. Quindi meno falli (-40% ) e meno tempo effettivo (-10% ). Ora con il gioco inglese italianizzato si giocherà di meno perché si protesterà di più?

Il problema è che per un calcio «più veloce», con le »auspicate poche interruzioni», serve un arbitro assolutorio, che Casarin arriva a definire perfino «marginale», ché la partita non si può fermare per i mezzi falli. È un processo culturale.

Un indirizzo di questo tipo, che prevede un cambiamento della cultura tecnica dell’arbitro ma non un contemporaneo sviluppo della correttezza dei giocatori, è la causa delle tante proteste che si sono già viste in serie A. In alcuni casi i giocatori sono sembrati legittimati a pretendere dall’arbitro valutazioni opposte: forse qualcuno li ha convinti che con il gioco all’inglese non ci sono più i fischi dell’arbitro.

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