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Per il sindacato della Polizia Bakayoko non si doveva lamentare della pistola puntata in faccia

Il Sap al calciatore: “E’ esperto di calcio, ma anche di tecniche operative? Il controllo dopo una sparatoria tra africani con una maglietta verde…”

Per il sindacato della Polizia Bakayoko non si doveva lamentare della pistola puntata in faccia

Tiemoué Bakayoko sarà mica esperto di tecniche operative di polizia? No? E allora “lasci ad altri le valutazioni di merito”. Certo, magari lui e chi c’era con lui in quella macchina fermata per un controllo mirato al centro di Milano “si possono essere spaventati”. Una pistola puntata in faccia non è mai piacevole. Però il centrocampista del Milan fino ad un attimo prima che si sfogasse sui social (peraltro con una certa sobrietà) per la Polizia si era comportato da “cittadino modello”: aveva subito, e amen. Dopo no. Per il Sindacato autonomo di Polizia Bakayoko è “sicuramente è un grandissimo atleta e un esperto di calcio, ma le tecniche operative di polizia non sono il suo mestiere”. Doveva insomma lasciar fare – come ha fatto – e poi, di grazia, non lamentarsi a posteriori. Non si fa.

Nella nota il sindacato “fa chiarezza” sul fermo, e soprattutto sulle modalità: la polizia “ferma un suv scuro con a bordo due persone che pare avessero diverse corrispondenze ad alcuni protagonisti” di una sparatoria tra bande di africani (“in particolare si parla di una maglietta verde”).

Stefano Paoloni, il segretario generale del Sap dice di “essere sorpreso dalle dichiarazioni di Bakayoko, che nonostante i fatti siano avvenuti il 3 luglio ha deciso di farsi sentire adesso, solo quando il fatto è diventato di dominio pubblico”, ed essendo un sindacalista difende l’operato dei colleghi.

Ma il Sap è anche il sindacato che negli ultimi anni, per bocca dei suoi precedenti capi – in particolare il leghista Gianni Tonelli – è finito sui giornali a colpi di dichiarazioni pesantissime su Cucchi e Aldrovandi, sul reato di tortura e persino sul colore delle mascherine per le forze dell’ordine, quel “rosa” che stonava con la mascolinità pretesa dei tutori dell’ordine.

“I colleghi hanno utilizzato le tecniche del protocollo previste nel momento in cui vengono segnalate ricerche di persone potenzialmente armate o pericolose”, dice in questo caso Paoloni. E aggiunge: “La sicurezza delle persone fermate per il controllo non è stata mai messa a rischio in qualsiasi momento”. Un paio di pistole puntate in faccia non mettono a rischio il proprietario di quella faccia? Il quale non ha nemmeno il motivo di lamentarsene, dopo? Bisogna essere esperti di tecniche operative di polizia per avere la facoltà di incazzarsi?

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