I tennisti possono scegliere quando fare i test anti-doping, «come il ciclismo ai tempi di Armstrong»

Inchiesta del Daily Mail: l'Itf è anche accusata di aver gonfiato il numero di test antidoping che conduce. Al centro del caso Nicole Sapstead, controversa ex boss dell'antidoping inglese

Inchiesta del Daily Mail: l'Itf è anche accusata di aver gonfiato il numero di test antidoping che conduce. Al centro del caso Nicole Sapstead, controversa ex boss dell'antidoping inglese

L’organo dirigente del tennis, l’Itf, (la International Tennis Federation) è accusata di essere troppo soft con la lotta al doping.  Un’inchiesta del Daily Mail ha svelato che l’Itf consente ai migliori giocatori del mondo di prenotare i propri test antidoping scegliendo momento e luogo per farli:  i giocatori sono stati invitati a garantire fasce orarie per i test antidoping prima del Miami Open di quest’anno, e così si faceva anche al Roland Garros 2019 e agli Us Open dello scorso anno. Un metodo che secondo gli esperti di antidoping fa una “grande differenza” per chi volesse fregare il sistema.

L’ex presidente della World Anti-Doping Agency (la WADA) ha paragonato l’approccio del tennis alla tanto criticata incapacità del ciclismo di denunciare gli anni bui del doping di Lance Armstrong.

L’Itf è anche accusata di aver gonfiato il numero di test antidoping che conduce. Se un giocatore invia contemporaneamente campioni di sangue, urina e passaporto del sangue, vengono conteggiati tre test anziché uno.

Al centro del caso c’è Nicole Sapstead, l’ex amministratore delegato di UK Anti-Doping (l’UKAD) che ora è il direttore del programma antidoping dell’Itf. Sarebbe sua l’iniziativa che sta procurando un certo imbarazzo al mondo del tennis.

Secondo il codice WADA, gli atleti non dovrebbero essere avvertiti prima dei test: “salvo in circostanze eccezionali e giustificabili, tutti i test devono essere fatti senza preavviso”.

Rob Parisotto, uno scienziato australiano esperto di cellule staminali che ha aperto la strada al primo test per l’Epo ed è stato membro del pannello ABP di esperti antidoping nel ciclismo, afferma che le autorità del tennis stanno potenzialmente consentendo agli imbroglioni di sfuggire al rilevamento: “Fa un’enorme differenza se i test sono noti in anticipo per quanto riguarda il doping del sangue. Una finestra di tre o quattro giorni prima di un torneo sarebbe il periodo ideale per “ricaricare” il volume del sangue per massimizzare la capacità di trasporto dell’ossigeno e quindi migliorare le capacità di resistenza e recupero”.

La lotta dell’Itf contro il doping è stata spesso sotto indagine negli ultimi 20 anni. Nel 2016 Federer rivelò di essere stato testato solo una volta in 10 anni, durante la preparazione invernale.

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