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Dazn alza i prezzi (perché la serie A non tira) e colpevolizza i clienti

Gli utenti non hanno approfittato, hanno usufruito dell’offerta sdoppiamento Dazn. È diverso. La verità è che lo spettacolo Serie A è scarso, il servizio offerto da Dazn è persino peggio

Dazn alza i prezzi (perché la serie A non tira) e colpevolizza i clienti

È di poco fa l’ennesimo intervento, stavolta dell’amministratore delegato della Lega Serie A De Siervo, che in merito ai nuovi prezzi stabiliti da Dazn straparla di pirateria e clienti che “se ne approfittano”.

Le parole precise di De Siervo sono state:

“29 euro è il prezzo che c’è in tutta Europa. È il prezzo corretto per un campionato di dieci mesi e che ha 380 partite”.

“La novità è che sono stati limitati gli accessi, purtroppo l’Italia è un paese in cui c’è sempre una tendenza ad approfittarsene. Non dimentichiamo che in Italia ogni anno si perdono oltre 260 milioni per la pirateria, soldi che finiscono nelle mani della criminalità organizzata e che vengono sottratti ai club, quindi sono campioni che non arrivano in Serie A”.

Per amor di verità e per dare a ciascuno le proprie responsabilità, è il caso di chiarire una volta ancora che da parte dei clienti di Dazn non c’è stata nessuna violazione e nessuna “tendenza ad approfittarsene”, checché ne dica De Siervo.

Per la stagione 2021/22, infatti, Dazn impostò la propria campagna abbonamenti così:

Più chiaro di così, si muore: “Dazn si sdoppia”, “con una sottoscrizione potrai guardare allo stesso momento due contenuti, uguali o differenti, su due dispositivi diversi”, “nessun vincolo” “unire stanze, città, regioni e persone diverse”, “29,99 al mese, per due” e, infine, “condividere le emozioni non è mai stato così semplice”.

Questa era la campagna di Dazn, queste erano le condizioni che gli utenti hanno sottoscritto e con le quali hanno gestito e condiviso i propri account.

Se proprio dobbiamo dirla tutta, chi non ha rispettato le condizioni è stata proprio Dazn, vista la scarsissima qualità del servizio offerto, le interruzioni continue, i problemi di login e di buffering. Problemi che, lo ricordiamo, nel settembre 2021 spinsero l’azienda a regalare un mese di abbonamento ai propri clienti a parziale risarcimento dei disagi arrecati.

Anche sotto questo aspetto, però, quelli di Dazn non perdono occasione per colpevolizzare gli utenti. Gli stessi utenti che, peraltro, pagano e guardano senza problemi film, serie e sport su Netflix, Amazon Prime, Disney+, Apple TV+ e sulle altre piattaforme. Tutte società delle quali non si lamenta nessuno e che, evidentemente, si accontentano di clienti meno perfetti tecnologicamente parlando.

Il problema della pirateria esiste, per carità, ma niente c’entra con la questione degli account di Dazn condivisi l’anno scorso.

De Siervo (ma non è il solo) confonde due questioni e butta cifre a casaccio, visto che non si sa in base a quale calcolo la Serie A avrebbe sofferto un danno di 260 milioni di euro. Ragiona come se tutti quelli che hanno visto una partita attraverso lo streaming illegale e gratuito avrebbero, in alternativa, pagato per vedere lo stesso contenuto.

Ovviamente non è così. La Serie A offre uno spettacolo sempre meno attraente e, oltretutto, Dazn non si è dimostrata all’altezza di offrire un servizio decente.

Non ci vuole molto ad essere facili profeti in questo momento e a predire un drastico calo degli abbonamenti e degli ascolti per la Serie A.

Dazn ha alzato il prezzo e ha dimezzato gli account. L’anno scorso, infatti, la campagna prevedeva, per chi sottoscriveva l’abbonamento entro luglio, un costo di 19,99 al mese per due account. Quest’anno l’offerta prevede un costo di 29,99 per un solo account: in pratica il prezzo per un account è triplicato, passando da 10 a 30 euro al mese. Pagando 10 euro in più per l’offerta che consente la condivisione, invece, il prezzo scende a 20 euro ad account ed è “solo” raddoppiato raddoppiato rispetto all’anno scorso. Onestamente, non sembra un prezzo adeguato allo spettacolo e alle condizioni offerte.

Quella che certamente è inadeguata, invece, è la comunicazione, sia di Dazn che degli altri players interessati. Il passaggio allo streaming digitale è stato un flop da tutti i punti di vista. Un’operazione pensata male e gestita peggio, di cui però sembra che gli unici responsabili siano gli spettatori, quelli che hanno passato tre quarti dello scorso campionato a imprecare contro video che si bloccavano, rotelle (e non solo) che giravano e contenuti irraggiungibili.

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