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Mourinho gestisce il finale di stagione. Le tre parole chiave: condizione, concentrazione, comunicazione

L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport analizza le strategie del tecnico portoghese per la finale di Conference e le ultime due partite di campionato

Mourinho gestisce il finale di stagione. Le tre parole chiave: condizione, concentrazione, comunicazione
Roma 22/12/2021 - campionato di calcio serie A / Roma-Sampdoria / foto Image Sport nella foto: Jose' Mourinho

La finale di Conference League e le ultime due partite del campionato che possono significare per la Roma quinto o ottavo posto. Per la Gazzetta dello Sport Mourinho è chiamato a gestire la rosa sotto tre punti di vista: condizione, concentrazione, comunicazione.

La squadra è stanca, la rosa va gestita «senza fughe in avanti». Per questo – fa sapere la Rosea – a Trigoria si lavora ancora di più sulle preparazioni personalizzate, che consentano la migliore gestione di ogni singolo.

L’altro aspetto è quello della concentrazione. Contro il Venezia qualsiasi risultato diverso dalla vittoria sarebbe un mezzo disastro. Il problema è che il tifo ormai pensa solo alla finale di Tirana, e quindi tocca a Mou cercare di far restare il gruppo, soprattutto i titolari, con una soglia di attenzione molto alta. «Spero e credo che la concentrazione resti alta», dice Mou. Un po’ come quella dimostrata di Kumbulla, che in allenamento si è scontrato con lo stesso allenatore, che scherza così. «Mi ha distrutto un piede».

E poi c’è la comunicazione. Che come sempre Mourinho gestisce scientificamente. Ieri in conferenza ha di nuovo attaccato gli arbitri. Ha detto che gli arbitri sono stati puniti dopo aver avuto problemi nelle gare dei giallorossi ma che i punti non gli possono essere restituiti.

In ogni caso il tecnico è ottimista per il futuro. «Un giorno la Roma farà il salto di qualità. Stiamo crescendo. Se penso ad agosto scorso, abbiamo fatto un gran lavoro. Occorre tempo, e io ho ancora due anni di contratto, anche se per altri club il tempo non è necessario. Poi è una questione di qualità e quantità della rosa, ma la proprietà vuole arrivare in alto e io pure, se no non sarei venuto qua». Proprio per questo il finale della Roma deve essere all’altezza delle ambizioni.

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