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J-Ax: «Da piccolo soffrivo di mutismo selettivo a causa dei bulli»

«All’inizio ‘Di sana pianta’ fu un flop. La mia casa discografica mi mandò a fare i concerti nelle sagre di paese. Iniziai a drogarmi come un pazzo».

J-Ax: «Da piccolo soffrivo di mutismo selettivo a causa dei bulli»

J-Ax racconta al podcast di Luca Casadei il suo film semi autobiografico, “Senza filtri” e gli episodi della sua vita in esso contenuti. A partire dalla sua infanzia a Milano.

«Da piccolo ho sofferto di mutismo selettivo a causa dei bulli, in provincia sembrava di essere in Stranger Things. Ma per me Milano è stata una città inclusiva».

Nei primi tempi di vita degli Articolo 21 le radio non diedero una grande spinta alla loro musica.

«Agli inizi solo Albertino, contro tutti, ci passò in radio. Diventammo famosi, ma non avevamo una lira. Abbiamo perso un sacco di soldi, oggi direi che non è etico far firmare dei contratti a dei ragazzi così giovani senza un rappresentante».

Oggi è solista, ha lasciato la band. Racconta un retroscena del suo album “Di sana pianta”.

«Ci credevano tutti. Una previsione di vendita di oltre 300mila copie, ma alla fine ne abbiamo vendute solo trentamila. Andò malissimo, la mia casa discografica mi disse ‘non vogliamo più sentir parlare di te’, mi mandarono a fare i concerti nelle sagre di paese. Iniziai a drogarmi come un pazzo, stetti malissimo».

Però conobbe in un bar Marracash.

«Lui e i Dogo mi chiesero di tornare a fare un disco rap, a differenza di tutti gli altri che mi giudicavano come un eretico. Abbiamo fatto una versione della canzone Snob insieme, abbiamo fatto anche dei video su YouTube. Subito dopo l’album Di sana pianta è diventato prima disco d’oro, poi di platino».

Sull’esperienza da giudice nei talent show:

«Mi chiamarono per X Factor e rifiutai, pensando che come giudici prendessero solo degli ex artisti. Però poi mi chiamò la Rai per ‘The Voice’. Il mio manager sparò una cifra assurda pensando che rifiutassero, e invece accettarono. Marracash mi consigliò di farlo. È stata una grande esperienza. Poi me ne andai sbattendo la porta, ma col senno di poi li devo ringraziare».

Parla anche di Fedez.

«È uno che vuole spaccare il sistema. Ho provato a fare l’imprenditore con lui, però non fa per me. Pensavo di farcela, ma avere dipendenti mi ha tolto la serenità. Avevo paura per loro, nel mondo dello show business può finire tutto in un attimo. Oggi ancor più di ieri. Io voglio serenità, sono un paranoico che soffre d’ansia».

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