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Guerritore: «Quando sei bella è difficile essere credibile. In Italia c’è il pregiudizio: bella e scema»

Al Tempo: «Mastroianni nelle pause dormiva sempre. Sua mamma si lamentava: ‘A Marce’, due mesi lavori, sei mesi no, ma non era meglio che facevi il bancario?» 

Guerritore: «Quando sei bella è difficile essere credibile. In Italia c’è il pregiudizio: bella e scema»

Il Tempo intervista Monica Guerritore. È tra gli interpreti di uno degli episodi di «Femminile Singolare», film che sarà nelle sale l’11 maggio. Veste i panni di una madre alle prese con gravissimi problemi economici. La Guerritore ha interpretato anche Fiorella Totti, madre di Francesco, in Speravo de morì prima.

«Non l’ho mai incontrata, ma la sua personalità esce dai racconti della gente in maniera così violenta, che mi sono bastati quelli. È espansiva, popolare. Fa la cosa più importante per una madre: aiuta il figlio a seguire la propria vocazione. La sua immagine l’abbiamo studiata a lungo col reparto trucco: l’amore per Francesco la porta a cercare di voler assomigliare alla nuora Ilary, pur di non restare indietro: le mèches, i giubbotti di pelle, i jeans stretti, i plateau… Ma è un amore sempre in aggiunta, che dà e non toglie nulla».

Si dice di fede romanista ma con un contrasto casalingo.

«Ovviamente sono romanista. Ma a casa si tifa Inter, per cui ho l’anima divisa in due: l’Inter è il marito, la Roma l’amante».

Essere bella sul lavoro è un pro o un contro?

«A me ha portato più problemi che vantaggi. È stato difficile essere credibile, perché in Italia c’è questo pregiudizio: bella e scema. Se ci aggiungi anche bionda…».

Ha mai ricevuto avances sul lavoro?

«Mai. Gli uomini vogliono leggerezza. Di me pensavano: questa mi parla di Edipo. Sarà pure bella, ma che rompiscatole!».

Racconta di Mastroianni, con cui ha lavorato.

«A 18 anni ero curiosissima di conoscerlo, per me era un gigante. Ma arrivata sul set, ho trovato dei folletti: Ettore Scola era una persona divertentissima, Mastroianni si truccava accanto a me e nelle pause dormiva sempre. Un giorno venne la mamma e iniziò a lamentarsi, era preoccupata per il suo lavoro: A Marce’, due mesi lavori, sei mesi no, ma non era meglio che facevi il bancario? E lui: A ma’, guarda che vado bene. Quanto abbiamo riso».

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