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Conte: «A scuola studiavo perché la mia famiglia mi diceva sempre: ‘se studi poi puoi giocare a calcio’»

A Sky Sport Uk: «L’esperienza ad Arezzo è stata la più importante: solo dopo sono diventato un vero allenatore Non sono romantico, ma sono appassionato»

Conte: «A scuola studiavo perché la mia famiglia mi diceva sempre: ‘se studi poi puoi giocare a calcio’»
Londra 15/05/2017 - Premier League / Chelsea-Watford / foto Imago/Image Sport nella foto: Antonio Conte ONLY ITALY

L’allenatore del Tottenham, Antonio Conte, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport UK, parlando di tutto, compresa la sua famiglia e la sua infanzia.

“Mio padre. Non era forte a giocare a calcio, ma giocava e per me era un idolo. Il suo, invece, era Pelé. Per me lui e Maradona sono stati i migliori. A scuola non ero il primo della classe, ma studiavo, visto che la mia famiglia mi diceva sempre: ‘Se studi, poi puoi giocare a calcio’. Sarei diventato un insegnante di materie scientifiche se non fossi diventato calciatore. Se ci pensi, un insegnante e un allenatore hanno molti punti in comune. Da allenatore, tu insegni la tua idea di calcio ai giocatori”.

Sui trofei vinti:

“Ne ho vinti molti. Difficile dire il numero, ma ho vinto tanto sia da giocatore che da allenatore. Ma ho anche perso tanto, tante finali. Ma è stato positivo, perché a volte quando perdi diventi più forte e provi a migliorarti, trasformando la sofferenza in voglia”.

Il momento che ha cambiato la sua carriera è stato il trasferimento alla Juventus, da giocatore.

“Come giocatore, il trasferimento dal Lecce alla Juventus. Ho giocato 13 anni lì. Come allenatore, invece, è stata l’esperienza all’Arezzo. Solo dopo quell’avventura sono diventato un vero allenatore”.

Sul miglior giocatore allenato da lui:

“Ne cito due, con cui prima ho giocato insieme e che poi ho allenato: Del Piero e Buffon. Prima sono stato loro compagno di squadra, poi loro allenatore. Giocatori incredibili”.

Su Harry Kane:

“Stiamo parlando di un attaccante di classe mondiale, un giocatore incredibile. Per me è un piacere essere il suo allenatore. In allenamento è un esempio per tutti i compagni. E’ un piacere per me lavorare con lui”.

Sulla sua vita privata:

“Nella vita privata, mi piace passare del tempo con la mia famiglia e i miei amici, con cui scherzo tanto. Anche nel lavoro lo faccio, ma ci sono dei momenti in cui devi essere più duro. Se sono romantico? Non sono un gran romantico, ma sono un uomo appassionato. Non ricordo le date dell’anniversario, ho chiesto sempre a mia moglie di ricordarmelo. Non amo fare e ricevere regali: ma non perché non voglio spendere soldi, ma perché non amo fare shopping”.

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