Serena Williams: «Il razzismo nel tennis io e mia sorella lo abbiamo cambiato con le vittorie»

Intervista alla CNN: «Abbiamo prodotto il film su papà per eliminare tutte le bugie su di lui. Se avessi attaccato l'arbitro come ha fatto Zverev, sarei finita in galera»

Serena Williams

Roma 13/05/2019 - Internazionali BNL d'Italia / foto Antonietta Baldassarre/Insidefoto/Image Sport nella foto: Serena Williams

Serena Williams intervistata alla Cnn da Christiane Amanpour. Parla di tennis e non solo. Del film “King Richard” su suo padre (di cui lei e sua sorella Venus sono state produttrici esecutive) che è candidato a numerosi Oscar. E anche del doppio standard che esiste nel tennis: uomini/donne, bianchi/neri.

Ricordando quel che accadde alla finale degli Us Open persa contro Osaka, Serena Williams ha commentato Zverev che ha preso a racchettate la sedie dell’arbitro ad Acapulco.

Certo che c’è un doppio standard. Se avessi fatto quello che ha fatto Zverev, probabilmente sarei finita in prigione e non scherzo.

Del film “King Richard” ha detto che l’obiettivo suo e di Venus era cambiare la narrazione che riguardava suo padre (da sempre considerato un padre padrone che ha vessato le figlie per farle diventare campionesse di tennis, ndr):

«Era importante per noi raccontare la verità. Ho dovuto affrontare tutta la mia carriera in uno sport a prevalenza di bianchi e con un padre considerato cattivo, ma non era vero. Sai, per essere un atleta, specialmente in un sport individuale, ci vuole molto lavoro e molta dedizione. Guardo mia figlia e dico: “Non credo che riuscirò a fare quello che mio padre ha fatto ogni singolo giorno”».

Ha raccontato la sofferenza per i successi di Venus e il ruolo della madre nella sua crescita sportiva.

“Ho dovuto lavorare con mamma. Non ho avuto la possibilità di lavorare con allenatori prestigiosi. E mia madre mi ha reso forte mentalmente”.

Ha parlato del razzismo, ha detto che

«il razzismo nel tennis lo hanno combattuto  con le vittorie, dimostrando – lei e la sorella – di essere le migliori. Dovevamo essere le migliori. Ogni volta che abbiamo affrontato una sfida e ogni volta che l’abbiamo vinta, abbiamo creato Venus e Serena».

Del record mancato di 24 vittorie nei Grandi Slam, lei è ferma a 23:

“Avrei dovuto essere a 30 o 32 (titoli del grande slam). Ho avuto molte opportunità di conquistare il record. Ma non mi arrendo. Parigi è una delle mie città preferite, e io in realtà amo la terra rossa. Se il mio fisico reggerà, ci sarò sicuramente”.

Ha parlato anche della guerra:

«È triste vedere quello che sta accadendo. La vita umana è un bene così prezioso, e non importa chi sei, da dove vieni».

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