A Sky: «L’angolo? C’è stato un malinteso e poi non siamo riusciti a sopperire con furbizia facendo un fallo tattico. I fischi ad Insigne? Mi sono sembrati davvero pochi»

Il tecnico del Napoli, Luciano Spalletti, ha parlato ai microfoni di Sky Sport al termine della sfida contro il Barcellona al Maradona.
Merito del Barcellona tanto, quali sono i vostri demeriti?
«Bisogna anche essere onesti e dire che loro sbagliavano molto meno di noi nella fase di possesso, noi abbiamo sbagliato qualcosa in più di quanto siamo abituati, ma loro sono stati veramente bravi a far girare la palla e sono stati agevolati dall’episodio iniziale, poi il raddoppio, e dopo è stato tutto più difficile. Quando siamo rientrati un po’ in partita dopo il gol abbiamo subito anche il terzo e allora è stato tutto più difficile. C’è un grande dispiacere perché si era ricreato il clima Napoli, ci avevamo messo tanta fatica per essere di nuovo qui tutti insieme, questo ci lascia doppiamente dispiaciuti, più del risultato, ma abbiamo fatto anche delle cose fatte bene, non siamo mai riusciti a rimetterla in pari, la partita, da un punto di vista di normalità di scorrimento».
Ieri ha detto che bisogna avere più coraggio e consapevolezza e poi arrivano i primi 10 minuti di stasera.
«Sono sempre il primo responsabile quando la squadra non riesce ad avere un atteggiamento ed un comportamento corretti, e poi forse in quei momenti lì abbiamo tentato di tenerla di più per evitare di andare incontro a quella che poteva essere la loro volontà di venirci addosso, facendoci vedere intimoriti forse sarebbe stato peggio, non siamo stati bravi nel trovare i giocatori tra le linee e il trequarti soprattutto quando abbiamo rinunciato l’azione e ci sono venuti addosso da centro destra e loro hanno preso il sopravvento, non abbiamo trovato spazi di uscita e loro hanno continuato la partita sicuri della loro forza».
In questa stagione non ha mai cercato alibi, oggi il loro centrocampo veniva a prendervi molto alti, l’assenza di alcuni tuoi centrocampisti ha pesato un po’, mai come oggi.
«Probabilmente ci sono calciatori che hanno più qualità a fare determinate cose. Lobotka quando lo vai ad attaccare ha una torsione su se stesso con la guida della palla che se esce dalla pressione ti ritrovi possibilità di campo aperto per ribaltare l’azione e con un giocatore come Osimhen diventa importante, ma Demme e Fabian sanno giocare, andare a prendere quelli che mancano per la soluzione diventa un abbassare la fiducia che si ha verso quelli che hanno giocato, non si fa. All’inizio abbiamo sbagliato troppo per le nostre capacità, dovevamo alzare per forza, andare a giocare sulla punta. Hanno avuto coraggio ad insistere a tentare di giocare, è sintomo di voler prendere delle decisioni, ma abbiamo sbagliato troppo, li abbiamo trovati in grande serata e li abbiamo agevolati sul calcio d’angolo iniziale e sulla ripartenza che hanno avuto per il secondo gol. Dopo il 2-1 avevamo un po’ riordinato le idee e riequilibrato la partita, ma preso il terzo su calcio d’angolo diventa difficile. Purtroppo è andata così, ci dispiace, dobbiamo valutare bene cosa è successo senza rimanerci affogati perché presto ci sarà la nostra prossima trasferta».
Vede una difficoltà del calcio italiano?
«Il calcio italiano lo vedo in evoluzione, vedo molte squadre che in Italia fanno un calcio più feroce e propositivo, è chiaro che se si va a confrontare con la possibilità di alcune squadre straniere, come noi col Barcellona e la Lazio col Porto… magari non abbiamo possibilità di avere a livello altissimo tutti quei giocatori che ha il Barcellona. Ad averli tutti il confronto sarebbe meno differente rispetto a come è apparso stasera. Ma in generale vedo linee difensive che vogliono andare a giocare alto, sfidare, stasera infatti ne abbiamo pagato un po’ le conseguenze. Le squadre italiane oggi sono allineate verso questo calcio propositivo che ti viene a sfidare senza troppi tatticismi».
Torniamo sul primo gol, qual era l’idea sul corner?
«Di scambiarsi la palla per poi andare a fare un movimento nell’area di rigore, palla corta che andava restituita a chi ha battuto, c’è stato un malinteso e loro hanno preso il sopravvento numerico e noi non siamo stati bravi a fare fallo tattico per rimettere a posto le cose, per cui oltre quello svantaggio non abbiamo neanche sopperito con un po’ di furbizia e un po’ di mestiere. Ci dispiace per la gente che c’era, 42mila persone, tanto entusiasmo, l’effetto Maradona, dal punto di vista di stadio e di sua presenza, ci sarebbe piaciuto essere all’altezza della situazione».
Sui fischi ad Insigne nella sua ultima notte europea.
«Insigne è un calciatore che ha fatto vedere, mi sono sembrati davvero pochi, sono molti quelli che hanno apprezzato quello che ha fatto con questa maglia negli anni, anche stasera ha fatto la sua parte, abbiamo ancora bisogno di lui».