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Napoli-Inter 1-1, pagelle / Non è stata una figata, il Napoli ha avuto paura

Koulibaly è tornato, Osimhen dà l’impressione che usi più l’istinto acerbo che la ragione, la punizione finale è la fotografia della partita

Napoli-Inter 1-1, pagelle / Non è stata una figata, il Napoli ha avuto paura
Db Napoli 12/02/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Napoli

Le pagelle di Napoli-Inter a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia

OSPINA. Alla fine, Ilaria, la paura di perdere è rimasta nell’aria, appena una sensazione. Ché di paratoni Ospinik non ne fa, giusto una cabeza centrale del lungagnone bosniaco al 35’. Gol a parte, ovviamente. Per il resto, deve ringraziare sentitamente il Comandante di ritorno – 6

Non può nulla sul gol di Dzeko, per il resto non è mai impegnato seriamente. Solido nella costruzione dal basso – 6

DI LORENZO. Soffre sovente in fase d’uscita, come tutti i compagni, e deve pugnare con un tipino quale Perisic. Fa persino un errore clamoroso alla mezzora ma il peggio viene dopo, quando la ciorta gli assegna la sponda nello sciagurato flipper che fa segnare il predetto lungagnone – 6

Non è stata sicuramente la sua migliore partita fin qui. Sbaglia parecchio, cosa a cui non ci ha mai abituati. In netta difficoltà su Perisic. Oltre alla palla mandata di pochissimo fuori, all’80’ non riesce a concretizzare una banalissima e ghiotta apertura per Osimhen. Sfortunato sul rimpallo che porta al gol di Dzeko – 5,5

RRAHMANI. A colpire è la risolutezza che ostenta ogni volta che il Biscione nerazzurro avanza. In più si butta avanti per cercare di testa, sugli angoli, la porta di Handanovic – 6,5

Calmo ed equilibrato, sicuro, dimostra una volta in più quanto sia diventato leader della linea difensiva. Ottimo anche nella costruzione dal basso, bravissimo nell’uscita palla al piede. Se Lautaro non si vede nemmeno da lontano il merito è suo – 7

KOULIBALY. The commander in chief is back. Bentornato campione d’Africa. Per festeggiare sfoggia un repertorio di anticipi e chiusure marziane che valgono oro. Dumfries è la sua vittima sacrificale. Meno efficace e quindi mezzo voto mancante quando si tratta di salire: l’Inter a tratti è asfissiante e lui sbaglia un paio di lanci e due o tre passaggi – 7

Sul gol di Dzeko viene preso alla sprovvista dallo sfortunato rimpallo di Di Lorenzo e lascia passare la palla come se nulla fosse. Un intervento goffo su Dzeko che poi peggiora commettendo fallo. Sbaglia cose banali, ne fa altre bellissime, come l’intervento pulitissimo su Dumfries. Rischia troppo, però – 6,5 

MARIO RUI. Conferma la brutta e opaca prestazione di Venezia. Inguardabile sia quando offende sia quando arretra. E il gol nerazzurro nasce dalla sua fascia: è lì il peccato originale di questo pareggio che provoca un sorriso amaro – 5

Esordisce con un tacco al 3′ e sembra essere decisamente in giornata, ma poi, sul gol del pareggio nerazzurro è lui che si perde Lautaro. Dumfries gli crea non pochi problemi. Quando il Napoli gioca come sa, lui è in sicurezza e non commette sbavature, quando però sale la pressione dell’Inter va in confusione e sbaglia. Troppo – 5

LOBOTKA. Palla al piede è chiamato a risolvere talune situazioni complicate davanti alla difesa. La sua intesa con Fabian, nel primo tempo, rasenta la perfezione: la loro è una diarchia illuminata nella terra di mezzo – 7

Un primo tempo perfetto. Riesce a neutralizzare Calhanoglu spadroneggiando a centrocampo e facendo girare bene palla, ma anche lui, quando l’Inter aumenta i giri, perde un po’ di presenza. Partecipa alla disastrosa punizione finale, che rappresenta la sintesi della partita – 6,5

FABIAN RUIZ. Per riprendere il filo iniziato con Lobo: l’Aquila ispanica dimostra come si amministra, alternando gestione (del potere) e visione politica (quell’apertura meravigliosa per Insigne al 29’). Nella ripresa cala, in una partita che gira a mille, tra intensità e pressione reciproca delle due squadre – 6,5

Veloce e intelligente nel primo tempo, cala spegnendosi notevolmente nel secondo. al 30’ serve una palla meravigliosa ad Insigne sul filo del fuorigioco – 6

ANGUISSA dal 74’. Ritorna anche lui dalla Coppa d’Africa e ricompare in campo nel momento in cui l’Inter costringe il Napule dietro, puntellando l’argine di centro nel tre-cinque-due azzurro finale – 6

Il suo ingresso in campo fa calare la qualità ma la fisicità c’è ed è importante – 6

POLITANO. Resta in campo fino al 25’: da una sua incursione a destra prende forma l’azione conclusa da Zielinski sul palo esterno – 6,5

Sai Fabrizio? Io credo che se Politano fosse rimasto in campo forse avremmo potuto vincerla. Finché ci è rimasto ha dato l’idea di interpretare perfettamente il modo in cui Spalletti l’aveva pensata – 6.5

ELMAS dal 25’. Deambula senza meta e senza bussola, al punto che Spalletti gli allucca gattusianamente in capa. Indi al 69’ avrebbe l’occasione di redimersi ma il pipelet interista gli chiude tutta la porta – 5,5

Confuso e inconsistente. Ci fa perdere almeno 15-20 minuti perché non capisce dove deve posizionarsi in campo e cosa deve fare – 5

ZIELINSKI. Il palo e nulla più – 5,5

Quando l’Inter aumenta la pressione sembra uno di quelli che vanno più nel pallone – 5

JUAN JESUS dall’83’. Quando è il momento va a chiudere su Dumfries – 6

Pratico come sempre: se c’è da spazzare si spazza e basta. E riesce anche ad evitare un paio di calci d’angolo – 6

INSIGNE. Sesto gol, tutti su rigore. Il penalty (ho ripreso a chiudere gli occhi, Ilaria, quando tira lui) è a mezza altezza e per un’anticchia il portiere sloveno non lo intercetta. Fiuuuuuuuuuuuuu. Il Torontino fa una partita austera, direi essenziale, senza i soliti irritanti ghirigori, e ripiega sempre. Tra sacrificio e realtà – 6,5

Partiamo dalle cose positive: finalmente un rigore degno di questo nome. E trattandosi di Lorenzo son cose. Al 28’ si rende pericoloso in semi-rovesciata: doveva solo aspettare che la palla si abbassasse un altro po’. Sbaglia parecchio e invoca inutilmente più di un fallo. Ma è sempre in ritardo, minuscolo rispetto ai colossi dell’Inter: come può pensare che l’arbitro gli fischi qualcosa? Una cosa buona, sacrosanta e doverosa, la fa: uscendo dal campo, a fine partita, chiede a Lobotka cosa gli sia saltato in mente di mettersi a giochicchiare a centrocampo in occasione della punizione finale calciata da Ounas. Lobotka alza le spalle e non trova una risposta. Non la troveremo mai nemmeno noi, purtroppo – 6

OUNAS dall’83’. Senza voto

Altro che senza voto, Fabrizio! Ha avuto un’occasione enorme con la punizione nei minuti di recupero. La partita passava interamente da lì. E lui che fa? Invece di lanciare in area, dove si erano assiepati tutti i saltatori, la appoggia inspiegabilmente dietro e Lobotka partecipa al giochicchìo a centrocampo. Imbarazzante. Deprimente. Inspiegabile. La fotografia della paura di vincere. – 3

OSIMHEN. Stavolta Victor the Mask è decisivo come propiziatore del rigore. Poi va al tiro almeno tre volte e lì davanti è come un faro che fa luce sia col mare calmo sia con la tempesta. E ha ragione il mago in panca quando dice che deve fare esperienza per esplorare le sue potenzialità. A volte, infatti, dà l’impressione che usi più l’istinto acerbo che la ragione – 7

Implacabile su De Vrij, non si mette in condizione di farsi servire dai compagni. Una cosa su cui dovrà lavorare parecchio – 6,5

MERTENS dall’83’. Senza voto

Credo non abbia toccato nemmeno una palla – sv

SPALLETTI. Il Napule non fa il sorpasso più per demeriti propri che per i meriti dell’Inter. Sia chiaro, la capolista è una squadra vera, ma dopo il pareggio si prende il campo più che altro per la paura che s’impadronisce degli azzurri. A questo punto meglio che sia finita così, non proprio una figata – 6,5

Diciamola tutta, Fabrizio, il Napoli ha avuto paura di vincere una partita che sarebbe stata abbordabilissima se avesse continuato a fare il Napoli come nel primo tempo. E forse un po’ di paura se l’è messa anche Spalletti – 6

ARBITRO DOVERI. Il cosiddetto arbitraggio all’inglese non mi ha mai fatto impazzire, anzi. In ogni caso Doveri è bravo quasi sempre a valutare l’intensità delle mazzate per poi lasciar correre o meno. E ha il merito di andare al Var e dare il rigore – 6

Un pensiero finale e dolce, Ilaria, per il papà di Max, Sergio Gallo: era Napoli-Inter, un anno dopo.

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