Un weekend da incubo per i numeri uno di Inter, Milan e Napoli. Il colombiano ha stoffa ma ci sono anche momenti di amnesia che portano ad errori anche clamorosi
In un articolo a firma di Tommaso Lorenzini, Libero torna sulle prestazioni dei portieri delle tre squadre di vertice nell’ultima giornata di campionato: “super parate e papere da urlo”. Maignan, Handanovic e Ospina sono reduci da un weekend da incubo.
Restando in tema Napoli, ad esempio, è da una papera di Ospina che è venuto fuori il gol del vantaggio del Cagliari sul Napoli, firmato da Pereiro. Dopo, però, il portiere azzurro si è rifatto in almeno tre occasioni. Lorenzini scrive:
“Ospina che peraltro era fresco di papera nello scontro diretto della sua nazionale contro il Perù, a inizio febbraio: un buco lasciato aperto sul primo palo all’84’, rete di Edison Flores e cafeteros con un piede e mezzo fuori dal Mondiale. Ospina che a Napoli sembra sempre avanti nelle gerarchie a Meret, ma mai nelle presenze né per prestazioni, tanto che a fine campionato scorso era stato molto vicino all’Atalanta. Invece è restato, per un ballottaggio che sembra giovare poco sia a lui sia al portiere azzurro”.
Eppure, guardando le statistiche, nessuno dei tre portieri è “un pippone”. Secondo i dati del sito fbref.com, ad esempio, sono proprio loro i più performanti in Serie A.
“La loro efficacia è altissima: Handanovic ha il 78,8% di parate, Ospina il 77,9%, Maignan il 76,5%”.
Dal 5 febbraio ad oggi, ovvero dal derby di Milano, i dati sono diversi.
“Nelle ultime tre partite (contro Milan, Napoli e Sassuolo), Handanovic ha preso 12 tiri incassando 5 gol, vale a dire il 41,6% dei tentativi lo trafigge. Per Maignan (contro Inter, Samp e Salernitana) 11 tiri e 3 reti subite (27%), per Ospina contro (Venezia, Inter e Cagliari), 10 tiri e 2 gol subiti (20%). Insomma, quasi ogni due tiri l’Inter di Inzaghi prende rete: ma è tutta colpa di Handanovic?”.
Stesse critiche al dualismo Ospina-Meret vengono da Il Giornale, in un articolo a firma di Matteo Basile:
“Ma ecco che Ospina, poco celebrato ma spesso decisivo, regala il gol a Pereiro, salvo poi volare a salvare la sua porta come se nulla fosse. Dimostrazione che la stoffa c’è ma ci sono anche momenti di amnesia che portano ad errori anche clamorosi. A pesare sul colombiano, a differenza dei due colleghi, c’è anche il solito dualismo con Meret. Chissà che la pressione di non avere il posto fisso, alla lunga, non causi più problemi che stimoli”.