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Insegno: «Troisi era un amico. Non scese in campo con la Nazionale attori perché i senatori non mi volevano»

Intervista al CorSera: «Non avrebbe nemmeno potuto giocare a calcio, il ticchettio nel petto lo sentivi sempre. Quando morì mi avvisò Pino Daniele»

Insegno: «Troisi era un amico. Non scese in campo con la Nazionale attori perché i senatori non mi volevano»

Il Corriere della Sera intervista Pino Insegno. Attore di teatro, doppiatore e conduttore televisivo, ha doppiato tantissimi attori, da Benicio del Toro a Russell Crowe, a Robert De Niro. Ha esordito come doppiatore nei film porno.

«Erano due giornate a settimana. Ogni volta ero doppiamente sfinito, per la stanchezza fisica e per quella psicologica».

La cosa più difficile?

«Se ansimi a vuoto per più di 30-40 secondi mandi in iperventilazione il cervello. In Platoon, per esempio, qualcuno svenne».

Per doppiare Keanu Reeves mentì a Cecchi Gori.

«Per Keanu Reeves in Belli e dannati dovetti fare il provino con il nome falso di Mario Persichetti, perché Vittorio Cecchi Gori non voleva uno della Premiata Ditta. A creare scetticismo non era il porno, il problema era la tv. Finora ho doppiato 400 film da protagonista».

Ha prestato la voce anche ad Aragorn nel Signore degli Anelli. Diventò amico di Viggo Mortensen.

«Lui è l’attore cui sono più affezionato. Una volta mi chiamò per propormi di raggiungerlo a Campo de’ Fiori per una pizza. Io stavo facendo il bagnetto a mio figlio e ho riattaccato, pensavo a uno scherzo. “Se tu sei Viggo Mortensen io so’ Tom Cruise”. Richiamò, e buttai giù di nuovo. La terza chiamata me la fece Enrico Lo Verso: “Pino, ma cosa hai detto a Viggo? Dai, vieni qua che ti aspettiamo!”. Nel frattempo mio figlio aveva imparato a nuotare…».

E l’incontro come andò?

«Mi trovai davanti questo ragazzo normale, maglietta bianca, jeans. Parla sette lingue, è scultore, pittore! Dopo andammo a fare due passi, dei borgatari mi riconobbero e uno mise in mano a Viggo la macchinetta digitale: “A biondi’, che ce fai ‘na foto?”. Io allibito gli dissi: “Ma ti rendi conto di averlo chiesto al Signore degli Anelli?”. E lui: e che m’importa se er biondino c’ha ’na gioielleria?».

È stato amico di Troisi e Pino Daniele.

«Massimo mi telefonò dopo che avevo lanciato un appello a Domenica in per farmi accogliere nella Nazionale di calcio attori. Aveva risposto mia mamma: “Pino, c’è uno che imita Troisi che ti vuole parlare…”. Non avrebbe nemmeno potuto giocare a calcio, il ticchettio nel petto lo sentivi sempre. Mi diede una prova di amicizia quando si rifiutò di scendere in campo dopo che i senatori della squadra si erano rifiutati di farmi entrare per un solo tempo. Quando morì mi avvisò Pino Daniele».

L’applauso più bello?

«La verità? A teatro fa sempre piacere, ma in qualche modo lo hai guidato tu. L’applauso davvero più bello è quello dopo un gol, qualunque sia il pubblico: 25 persone o 2.500».

Insegno voleva fare il calciatore.

«E sarei anche arrivato ai Mondiali dell’82. Mi hanno stroncato la carriera al Settebagni».

Ha un solo testicolo. Gli chiedono come si vive. Risponde:

«Bene. Scoprii da bambino che l’altro mi era stato asportato. Ho temuto solo di non poter avere figli. Poi ne sono arrivati quattro!».

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