In È stata la mano di Dio interpreta la mamma di Sorrentino: «La lavorazione è stata un’immersione totale nel dolore e nell’intimità della famiglia»

Ho capito fin dalla sceneggiatura che c’erano scene importanti che avrei dovuto fare benissimo. Ma la portata dell’emozione causata dal personaggio, no, quella non l’avevo capita. Adesso mi è chiara, anche grazie ai tanti messaggi ricevuti, sempre calorosissimi, alcuni li ho girati a Paolo, dicevano “grazie per avermi fatto la spremuta di arance”, “grazie per avermi dato il permesso di dormire con te”, le persone mi hanno scritto come se fossero Fabietto, vuol dire che la gente si è sentita davvero raccontata».
La Stampa intervista Teresa Saponangelo. In ‘È stata la mano di Dio’, l’ultimo film di Paolo Sorrentino, interpreta la madre del regista, la madre di Fabietto Schisa.
«Ho capito fin dalla sceneggiatura che c’erano scene importanti che avrei dovuto fare benissimo. Ma la portata dell’emozione causata dal personaggio, no, quella non l’avevo capita. Adesso mi è chiara, anche grazie ai tanti messaggi ricevuti, sempre calorosissimi, alcuni li ho girati a Paolo, dicevano “grazie per avermi fatto la spremuta di arance”, “grazie per avermi dato il permesso di dormire con te”, le persone mi hanno scritto come se fossero Fabietto, vuol dire che la gente si è sentita davvero raccontata».
Sorrentino, racconta, non dà molte indicazioni, sul set.
«In realtà Paolo non dice proprio niente, non dà molte indicazioni, se ti prende significa che si fida di te, ed è anche coraggioso perché si assume i rischi, e sceglie attori a prescindere dalla notorietà».
Sulle riprese:
«Sono stati giorni difficili, segnati dalla commozione, giorni di grande silenzio, con un “mood” particolare. Tutta la lavorazione è stata un’immersione totale, non solo nel dolore, ma anche nell’intimità di una famiglia composta di individui molto diversi».