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Biasin: «Quattro mesi dopo, l’addio di Conte ha creato più problemi al tecnico che all’Inter»

Su Libero. «Con Inzaghi il carro è solo uno e si chiama Inter. Il passaggio del turno in Europa una boccata d’ossigeno per il club. Conte avrebbe fatto meglio a rischiare. Ne valeva la pena»

Biasin: «Quattro mesi dopo, l’addio di Conte ha creato più problemi al tecnico che all’Inter»
foto Hermann

Su Libero, Fabrizio Biasin ha fatto il punto sulla settimana «straordinaria» dell’Inter. E sul tonfo del Tottenham dell’ex Conte, che ha rimediato una brutta figura europea (sconfitta per 2-1 in Conference League) a cui il leccese ha fatto seguire una sfuriata delle sue. Finora, scrive Biasin, è più l’Inter che manca a Conte che Conte che manca all’Inter.

L’addio di Antonio Conte da Milano – ovvero dell’allenatore che all’Inter ha dato la mentalità vincente, non poco – è stato certamente traumatico, ma quattro mesi dopo pare aver creato più problemi al tecnico che alla sua ex squadra. L’Inter che «mi ha deluso il cambio di progetto» (cit. lo stesso Conte) continua in realtà ad avere un potenziale importante, al punto che, per il momento, non si sentono le assenze di tre “super-titolari” dell’anno passato (Eriksen per cause di forza maggiore, Hakimi per cessione volontaria del club, Lukaku per improvvisa scelta del giocatore).

L’Inter di Inzaghi ha raggiunto dopo moltissimi anni gli ottavi di Champions. Traguardo importante che neanche Conte, pur vincendo lo scudetto, era riuscito a raggiungere. Importante anche e soprattutto nell’ottica di risanamento di quelle casse vuote che sono state la vera causa della separazione tra l’Inter e il tecnico ex Chelsea.

Nel frattempo la società ha tirato una bella boccata di ossigeno proprio grazie al suo nuovo allenatore: il passaggio del turno in Europa ha portato nelle casse circa 20 milioni, ai quali vanno sommati i quattrini per le vittorie delle singole partite, il market pool e, insomma, trattasi di tanti quattrini che avrebbero fatto assai comodo anche un anno fa, tra l’altro.

Inzaghi non ha avuto paura di cambiare metodi, anche comunicativi, rispetto a Conte.

Se l’ex ct amava martellare i nervi dei suoi giocatori e dei suoi dirigenti (celebri le sue esplosioni in conferenza stampa), Inzaghi ha scelto la via opposta, quella della distensione, del «i giocatori sono bravi, la dirigenza è brava, la proprietà è brava». Non si registra un fastidio, una parola sbagliata, un «è merito mio», o «guai a chi sale sul carro!». Il carro è uno solo e si chiama “Inter”.

Forse – scrive Biasin – Conte avrebbe fatto meglio a rischiare. Ne sarebbe valsa la pena.

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