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Sul Fatto l’esame farsa del pupillo di Galli: 20 minuti, al telefono, con il professore accanto

Il quotidiano pubblica le intercettazioni precedenti l’esame pilotato dall’ex primario del Sacco di Milano per far diventare associato il suo ricercatore

Sul Fatto l’esame farsa del pupillo di Galli: 20 minuti, al telefono, con il professore accanto

L’infettivologo ed ex primario all’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, è coinvolto nell’inchiesta milanese sui concorsi truccati all’università Statale (inchiesta che vede implicati una ventina di docenti di importanti atenei italiani). Lui nega, dice di non aver truccato alcun concorso. Eppure, dalle intercettazioni, emerge altro.

Uno dei concorsi finiti sotto la lente degli inquirenti è quello che ha visto diventare professore associato Agostino Riva, al posto del più quotato Massimo Puoti. L’esito dell’esame sarebbe stato favorito, appunto, dal professor Galli. Il Fatto Quotidiano racconta che l’intervento di Galli non si è limitato a redigere un falso verbale sui punteggi allo scritto, ma che è proseguito anche all’orale. Innanzitutto, dagli atti degli inquirenti risulta che gli stessi considerano sospetta la stesura dei quesiti rivolti a Riva. Una procedura, scrivono, che

era stata gestita interamente da Galli, con la complicità di Maria Ghisi, sua segretaria””.

Il quotidiano pubblica infatti tanto di intercettazioni (deprimenti) nelle quali Galli dà indicazioni alla commissione relativamente alle domande da porre a Riva, quasi imboccandoli per indirizzarli sulla via più “giusta” senza che nessuno si accorga di nulla.

Il giorno dopo si tiene l’esame orale. Dura solo una ventina di minuti, la metà del tempo ufficiale. Gli inquirenti
sostengono che

“a riscontro della valenza formale della prova e della precostituita scelta a tavolino di voler aggiudicare il posto a Riva, l’esame veniva sostenuto da Riva in presenza del solo Galli, mentre gli altri commissari erano collegati” da remoto.

Non solo:

“Galli durante la prova” rimane “al telefono con altri, disinteressandosi della fase concorsuale”.

Come se la cosa non lo riguardasse più, insomma. Il tutto mentre il collegamento continua a saltare.

“Galli esclama: “Come si fa a unire le chiamate, mamma mia (…). Possiamo provare che chiama il telefonino e vediamo di farla in questo modo, d’altro canto siamo in condizioni d’emergenza, abbiamo un unico candidato, dovremmo cavarcela in una decina di minuti”.

E’ il 18 marzo, l’Italia è in pieno primo lockdown. Quando il collegamento, alla fine, viene ripristinato, Galli esclama:

Fantastico, ci voleva il coronavirus per farci fare questa cosa, allora io lascio lo spazio al dottor Riva a cui ho chiesto di contrarre al massimo la cosa per ovvi motivi”.

Ma l’esame ancora non parte, perché Riva non è riuscito ancora ad avviare le diapositive. Dice:

“Io devo mettere le diapo qua però non so come possano vederle loro”. E aggiunge: “Io ho 45 minuti”.

Galli evidentemente ha ancora meno tempo, perché risponde:

“Tu fai un quarto d’ora con le cose essenziali”.

Alla fine l’esame dura in tutto 26 minuti.

Un mese dopo, il 14 aprile 2020, Riva viene dichiarato vincitore con “decreto rettorale”. Il 20 luglio, sempre in un’intercettazione, Galli ricorda il concorso e dice:

“Ecco, per cercare di uscire dal fondo della classifica (…) abbiamo fatto le operazioni che dovevano essere fatte portando avanti Agostino (…) è chiaro che insomma, giocare tutte le carte diventa veramente difficile (…). Si fa tutto quello che si può fare eh”.

Una definitiva conferma, per gli inquirenti,

dei favoritismi compiuti per far conseguire a Riva l’importante incarico”.

 

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