Ambra Angiolini: «Per la campagna per il vaccino mi hanno insultata augurandomi la morte»
A Repubblica: «Ozpetek? Gli altri mi hanno chiesto di fare l’attrice, lui ha capito che stavo fingendo per resistere e vivere. Per la gente ho interpretato un ruolo, per lui ho vissuto»

Il Corriere della Sera intervista Ambra Angiolini. Oggi il suo debutto in radio, con “Le mattine di Radio Capital”, alle 11.
«La radio mi ha salvato la vita in un periodo difficile. In tv non mi volevano più e mi proposero di lavorare a Radio 2, si è acceso il cervello. Mi ha salvato la testa, mi sono sentita libera, ho lavorato sui testi. L’idea di migliorare e essere credibile è stato importante. Poi la radio mi ha tolto “la facciona”, la faccia sparisce».
Continua:
«La radio ti regala il tempo di far funzionare le cose, è il trionfo della body neutrality, ti viene richiesto quello che non vediamo. Dalla voce puoi capire se una persona sta bene o sta male, ascoltare e sentire sono due verbi che hanno a che fare con la bellezza».
Su Ferzan Ozpetek, con cui ha recitato:
«Gli altri mi hanno chiesto di fare l’attrice, lui ha capito che stavo fingendo per resistere e vivere. Dove mi aveva portato lui potevo non farlo: ero io. Per la gente ho interpretato un ruolo bene o male, per lui ho vissuto».
La Angiolini è stata testimonial nella campagna per il vaccino. Racconta:
«Mi hanno insultato con ferocia inaudita, fino ad augurare la morte. Io e mia figlia abbiamo avuto il Covid, sono stata male anche dopo. Siamo tutti vaccinati, la famiglia, Max (Allegri, ndr), tutti. È troppo importante, spero che lo capiscano».