Cracco: «All’alberghiero l’unica insufficienza che avevo era in cucina»

A Libero: «Da ragazzo avevo la passione per mangiare più che per cucinare. Poi mia mamma mi disse che dovevo dimagrire e così pensai di iniziare a fare da mangiare e controllare il mio amore per il cibo»

Cracco

Libero intervista lo chef Carlo Cracco. Racconta quando è nata la sua passione per la cucina.

«Devo ammettere che da ragazzo avevo la passione per mangiare più che per cucinare. Poi mia mamma un giorno mi ha detto che dovevo dimagrire e così ho riflettuto molto su come gestire questa necessità. Mi sono detto che sarebbe stato meglio iniziare a fare da mangiare e controllare il mio amore per il cibo».

Così si iscrisse alla scuola alberghiera.

«Un tempo la scuola alberghiera era scelta da chi non voleva più di tanto studiare, ma per me era differente; posso dire che ai miei tempi era scelta dagli scappati di casa e qualche figlio d’arte. Mio padre, inoltre, non era particolarmente favorevole e mi diceva sempre che io ero fatto per mangiare più che per cucinare».

A scuola, racconta, aveva un’unica insufficienza.

«L’unica insufficienza che avevo era proprio in cucina».

Il professore di cucina, incontrandolo anni dopo, gli disse:

«Che è anche grazie a lui che sono riuscito a migliorarmi».

 

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