Napoli 1970: attorno al San Paolo sono cresciuti i palazzi, la curva A non si vede più
Via Lepanto, il vinaio, un'affacciata alla genepesca e poi l'Uccelleria flegrea da cui esce con quella coppia di canarini

Via Lepanto, il vinaio, un'affacciata alla genepesca e poi l'Uccelleria flegrea da cui esce con quella coppia di canarini


Per il Corsport: «Sacchi esalta l’orchestra, io preferisco un Pollini al piano che non legge lo spartito». Leggenda vuole che andasse in panchina con le poesie di Prevert

La Stampa intervista Kristiane Uderstadt il grande amore di Meroni. Ha donato un autoritratto al Museo del Torino: «Fabbri non lo fece giocare contro la Corea. Voleva che si tagliasse i capelli»

di - L'Inter prese Muller al posto suo. È diventato cittadino onorario di Pisa. «Correvo, mi inserivo, prendevo il pallone e poi lo cedevo a gente come Giannini»

di - Nell'80-81, con Juve e Roma (l'anno del gol di Turone). Oggi, 44 anni fa, Napoli-Perugia 0-1: la fine del sogno. Una squadra normale con Krol extraterrestre

La stagione 63-64 tra doping, squalifiche, penalizzazioni, rimonte clamorose, la morte di Dall'Ara a pochi giorni dalla speranza

Alla Gazzetta: «La Juve mi rivoleva, ma c’era ancora quel tecnico che non aveva avuto fiducia in me. Bearzot mi fece tornare in Nazionale»

Al Messaggero: «Liedholm? Mai visto uno più scaramantico di lui. Ero il cocco del presidente Viola, mi porta in macchina e io insultavo gli arbitri».

Alla Gazzetta: «Quando Altobelli segnò contro il Napoli tutti corsero ad abbracciare papà. Nel calcio di oggi io una squadra intera che va ad abbracciare un allenatore, non la vedo».

Alla Gazzetta: «Alla Juve mi volle Platini. Lui era il più forte tra gli umani, giocava pure con le scarpe nuove. Maradona era di un'altra galassia»

Il capitano dello scudetto alla Gazzetta: «Vialli, prima di morire, ha detto che Dossena e io eravamo le voci fuori dal coro. Ce ne andammo dopo lo scudetto»

Al Foglio: «Io e il grandissimo Trapattoni non eravamo fatti l'uno per l'altro. Mi toglieva sempre per un difensore. Bagnoli mi lasciava libero»

A La Stampa: «Gli argentini erano cattivi, Gallego affondava la sua unghia lunghissima nel collo di Pablito. Finsi un infortunio per guardare il Mondiale di ciclismo ma Trapattoni se ne accorse»