L’autocritica del camorrista intercettato: “Facciamo come i romani, quelli non si fanno arrestare come noi”
"Gigino a'nacchella" dal carcere insegnava ai figli attivi su Roma come comportarsi: "i romani non stanno in gruppo ma fanno tutto. Noi no, noi abbiamo la mentalità che dobbiamo fare i malavitosi tutti i giorni"

I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, hanno arrestato – a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Roma – 28 persone ritenute appartenenti ad un’organizzazione finalizzata al traffico di droga, di estorsione, detenzione e porto illegale di armi, lesioni personali gravissime, tentato omicidio, trasferimento fraudolento di valori, reati, per la maggior parte, aggravati dal metodo mafioso. Camorristi, per lo più, operanti nella Capitale Roma. Un cartello della droga capeggiato dal noto Michele Senese, anch’egli destinatario della misura cautelare, in cui orbitava anche Fabrizio Piscitelli, ucciso in un agguato a Roma il 7 agosto del 2019.
In un’intercettazione ambientale di un colloquio carcerario acquisito in un altro procedimento si ascolta un elemento di spicco del clan camorristico Licciardi, Luigi Esposito detto “Gigino a’nacchella” dare consigli ai figli attivi su Roma grazie anche alla protezione di Senese su come eludere le investigazioni nei loro confronti. Una vera e propria autocritica strategica del camorrista napoletano, secondo il quale i napoletani si fanno arrestare perché devono mostrarsi “malavitosi”, invece c’è da imparare dai “romani“:
“I romani sai perché non fanno le associazioni? Loro sono a gruppo però fanno tutto. Poi stoppano, stanno 7 o 8 mesi fermi e poi… Boom! Danno un’altra mazzata. Invece con noi è tutti i giorni… invece noi teniamo la mentalità che noi dobbiamo fare il malavitoso”.