I costi dei due fenomeni non possono essere compensati con i ricavi. “Poi Juve e Barça allestiscono uno scambio sportivamente inconcepibile come quello Arthur-Pjanic e, grazie alle plusvalenze, sistemano un po’ i loro bilanci”

Juventus-Barcellona non è solo una partita di calcio, ma un match tra due società affossate dai costi dei due rispettivi campioni, Ronaldo e Messi. Il Giornale analizza la situazione dei due club alla luce dei costi dei due fenomeni. Costi “fuori controllo” che né Juve né Barcellona possono compensare con i ricavi.
Ronaldo è costato alla Juventus 100 milioni.
“25 per ogni anno di contratto più 60 lordi all’anno di stipendio, per circa 85 milioni (bonus esclusi) in uscita a bilancio”.
All’epoca dell’acquisto dal Real, il club bianconero dichiarò che la spesa sarebbe stata ripagata dal boom dei ricavi, tra sponsor e merchandising,
“ma anche nel primo anno tali ricavi sono cresciuti di 65 milioni, interamente azzerati dal costo di CR7 che, come si è visto, ammonta a 85 milioni annui”.
Il valore patrimoniale del parco giocatori, nella Juve, tra il 2016 e il 2020, è aumentato da 83 a 175 milioni.
“La Juventus ha ricavi da top club europeo di terza fascia (400-500 milioni) ma spese da club di prima”.
Anche il Barcellona, che ha il primo fatturato al mondo, pari a 880 milioni, soffre. Messi costa al club più di 100 milioni l’anno, tra stipendio base (71 milioni) e bonus. Messi rappresenta il 17% del carico salariale dei blaugrana.
“Una cifra mastodontica che porta gli stipendi pagati a incidere per il 77% sulle entrate complessive. Per ogni euro guadagnato, il Barcellona spende 77 centesimi in stipendi. Dal momento che le spese complessive superano i mille milioni, i bluagrana sono costretti a comprare i giocatori a rate (Coutinho, F. De Jong), come indicato nella relazione annuale dalla voce “Pagamenti in sospeso”, o indebitandosi con società private (l’inglese Capital 23 ha anticipato i 120 milioni per Griezmann a un tasso di interesse del 7-8%). Poi Juve e Barça allestiscono uno scambio sportivamente inconcepibile come quello Arthur-Pjanic e, grazie alle plusvalenze, sistemano un po’ i loro bilanci da profondo rosso”.