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La figlia di Bocca: «L’unico momento in cui stavamo insieme era quando lo guardavo farsi la barba»

A Repubblica: «Non parlavamo, anzi lui con noi parlava pochissimo. Tante volte ci diceva: “Mi raccomando venite a cena”. Poi finita la cena annunciava “Io scendo in studio” e spariva, fine»

La figlia di Bocca: «L’unico momento in cui stavamo insieme era quando lo guardavo farsi la barba»

Repubblica intervista la figlia di Gorgio Bocca, Nicoletta. Racconta la sua infanzia con il padre, sempre impegnato con il lavoro.

«Non parlavamo, anzi lui con noi parlava pochissimo».

E aggiunge:

«Tante volte ci diceva: “Mi raccomando venite a cena”, allora si parlava del più e del meno, poi finita la cena annunciava “Io scendo in studio” e spariva, fine. Solo nei suoi libri trovo la carta geografica che mi permette di capire chi era mio padre. E — di più — quello che scrive sulle campagne di Cuneo, sulle montagne del Piemonte mi racconta di me, oltre che di lui».

Nicoletta non ha ricordi del padre con lei.

«Mi hanno dato delle lettere che scriveva a mia madre. In una dice che mi ha comprato un triciclo e che è un piacere vedermi pedalare veloce al parco Lambro. Ma non ho ricordi. Di giorno mio padre era quasi sempre fuori per lavoro, la sera a casa la passava a scrivere. C’era un interregno, tra il lavoro e il momento in cui usciva a cenare, e usciva sempre, in cui si faceva la barba. Mi sedevo dietro di lui e lo guardavo riflesso nello specchio. E a volte era quello l’unico momento della mia giornata con lui».

 

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