Lo scrive il New York Times. Questi account difendevano e promuovevano le azioni del governo cinese sulla gestione dell’epidemia
La Cina ha utilizzato circa 24 mila account falsi su Twitter, che li ha rimossi, per fare disinformazione e propaganda politica. A riportarlo è il New York Times, che ha evidenziato anche la presenza di 150 mila profili che si occupavano di ritwittare i contenuti. La scoperta è stata possibile attraverso un’indagine sui followers dei leader politici cinesi, che ha permesso al Times di scovare diversi account sospetti.
C’erano già stati precedenti simili, quando serviva un megafono virtuale per le proteste di Hong Kong, il miliardario cinese in esilio Guo Wengui e le elezioni di Taiwan. Il tema stavolta è la risposta del governo cinese al diffondersi del coronavirus, così da ribattere alle accuse americane di cattiva gestione dell’epidemia.
Twitter non ci ha messo molto a scoprire i profili falsi, che oltre ad avere pochissimi follower erano spesso riconducibili ad un solo utente. Alcuni twittavano in russo e cinese.