Niente didattica a distanza sotto i 14 anni. Distanziamento ridotto a un metro. Sulle mascherine si deciderà ad agosto. De Luca blocca l’approvazione nella conferenza Stato-Regioni perché contrario al voto il 20 settembre

Chi avrà bisogno di corsi di recupero tornerà a scuola il 1 settembre, tutti gli altri il 14. Lo ha dichiarato ufficialmente, a SkyTg24, il sottosegretario all’istruzione, Peppe De Cristofaro. Ma come si rientrerà negli istituti? De Cristofaro lo spiega.
Niente didattica a distanza per i ragazzi sotto i 14 anni. La Dad continuerà solo per le scuole medie
“ma in condizioni assolutamente residuali, quando è proprio impossibile dare vita alla didattica normale. L’impegno e l’obiettivo del Governo è riportare dal 14 settembre tutti gli studenti in aula in presenza e immaginare la didattica a distanza come vera e propria extrema ratio”.
Nelle linee guida approvate oggi, si fa specifico riferimento al distanziamento sociale.
“Il distanziamento fisico, inteso come un metro fra le rime buccali degli alunni (cioè le teste, ndr), rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione”.
Saranno poi effettuati screening e test a campione a professori, studenti e operatori scolastici. Circa le mascherine, invece, a fine agosto si valuterà se il loro uso potrà essere alleggerito o abolito per le scuole elementari.
Il prossimo passo sarà appannaggio degli Enti Locali, che dovranno istituire delle Conferenze dei servizi coinvolgendo i dirigenti scolastici, per analizzare le criticità delle istituzioni scolastiche del territorio di riferimento.
Nella bozza del documento si legge:
“Lo scopo sarà quello di raccogliere le istanze provenienti dalle scuole con particolare riferimento a spazi, arredi, edilizia al fine di individuare modalità, interventi e soluzioni che tengano conto delle risorse disponibili sul territorio in risposta ai bisogni espressi”.
Il testo era pronto per essere approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, ma è arrivato il veto del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
“Non daremo l’intesa, non diremo che siamo d’accordo con le misure che saranno prese. Ribadiamo la nostra critica ferma al ministro dell’Istruzione per la quale i problemi della scuola sono diventati marginali rispetto alla politica politicante. Non daremo l’intesa perché consideriamo irresponsabile il voto il 20 settembre e non è stato definito l’organico dei docenti“.
Dunque regioni e governo si rivedranno la settimana prossima per tentare finalmente l’approvazione.