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L’erba cattiva: storie di ragazzi difficili che poi tanto difficili non sono

Il ritorno alla regia di di Manouchehr Tabib, noto come Kheiron, su Netflix con un film del 2018

L’erba cattiva: storie di ragazzi difficili che poi tanto difficili non sono

Sempre più mi convinco che per trovare qualcosa di fresco bisogna rivolgersi ad autori che vengono da un mondo diverso rispetto al nostro occidentale: anche se poi espletano la loro azione da noi. È il caso di Manouchehr Tabib che come autore, regista, comico ed attore è noto come Kheiron. Il nostro ha 37 anni e poi è francese a tutti gli effetti anche se di origine iraniana. Al suo attivo con “All Three of Us”, ha già un César Award come miglior primo lungometraggio.

Nel 2018 con una produzione Netflix è ritornato con “L’erba cattiva” – ora sulla piattaforma Netflix – un film che narra di ragazzi difficili che poi tanto difficili non sono. Waël (Kheiron) e Monique (Catherine Deneuve) sono una coppia di piccoli truffatori bene assortita che ruba spese ai supermercati. Monique ha raccolto il giovane e n’è la madre ‘adottiva’ perché Waël proviene da un passato di guerra e di abbandono. Nel tentativo di truffare un vecchio amico di Monique, Victor (André Dussollier), quest’ultimo li costringe a lavorare provvisoriamente nella sua struttura educativa per ragazzi fuori da un percorso scolastico. Waël calato nella inusuale veste di educatore si affeziona a Shana (Louison Blivet), Fabrice (Adil Dehbi), Karim (Hakou Benosmane), Ludo (Youssouf Wague), Nadia (Ouassima Zrouki), Jimmy (Joseph Jovanovic), una posse di ragazzi arabi, neri, musulmani, tzigani, etc… , che cercano affetto e comprensione. Waël gli dà attenzione e li fa crescere nella condivisione di attimi di vita, “perché la freschezza ci vuole perché ci rende più sensibili”.

Il tutto completato dalla presenza di Sarah (Leila Boumedjane) la sorella-avvocato di Nadia. Ed a niente potrà la presenza dello sfruttatore di Ludo il poliziotto-corrotto Franck (Alban Lenoir). “Non vi sono né cattive erbe, né cattivi uomini: vi sono soltanto cattivi coltivatori (Victor Hugo)”.

 

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