L’epidemia cambierà il gioco: niente contrasti, vietato sudare, si difenderà solo a zona rossa. Ronaldo userà l’amuchina al posto del gel
Avremmo dovuto capirlo quel giorno in cui i giocatori del Newcastle cominciarono a salutarsi con l’occhiolino, a distanza di sicurezza. Gliel’aveva ordinato il medico, letteralmente: niente strette di mano, niente “high five”, ché non si sa mai. O quando i calciatori del Bayern Monaco iniziarono ad evitare selfie e autografi per ordinanza societaria. Eppure avevamo visto decine di film post-apocalittici, nei quali c’è sempre una tv accesa sul tg che in sottofondo detta l’inizio della fine mentre ancora viviamo le ultime ore della normalità. Potevamo accorgercene in tempo, invece di ritrovarci ora, nel 2021, a guardare Mertens esultare in quarantena vicino alla bandierina, coi compagni che gli urlano a distanza quanto è bravo e quanto è bello. Le voci che fanno eco nello stadio vuoto, tranne la tribuna d’onore che ha le poltrone coi separé. Il resto, il pubblico, sul divano. Ognuno a casa sua.
Ridemmo quando un anno fa leggemmo che il Piemonte riapriva cinema e teatri ma solo se ci si sedeva a posti alterni, a un metro di distanza gli uni dagli altri. Ma anche lì: potevamo mai immaginare di viver governati dagli autori di Boris? E invece eccoci qua, il primo campionato col coronavirus. Tutto è cambiato: la tattica, il fair play, la preparazione fisica, i riti. Tutto.
E’ stata abolita la marcatura a uomo, ora si difende a zona rossa: l’attaccante è libero di muoversi come vuole. Il regolamento è fiscale: un colpo di tosse in area è giallo, per lo starnuto c’è l’espulsione. I furbacchioni alitano sul difensore, e la Var non sempre se ne accorge: “Era un’espirazione involontaria”, “No, la dinamica dell’affanno è chiara: ha accentuato”.
Il portiere non può più sputare sui guantoni per aumentarne il grip. L’ultimo a farlo fu nel maggio 2020 Ospina, che poi rilanciò, il pallone fu intercettato di testa dagli avversari e fu strage: tre contagiati, due in rianimazione nel postpartita, un terzino fluidificante deceduto. Ora si può ricorrere a composti vinilici, ma tra gli estremi difensori si sta sviluppando una dipendenza dai fumi di queste colle: risolvi un problema sanitario, ne crei un’altro.
Lo sputo è diventato illegale. Alcuni calciatori, non riuscendo a farne a meno, hanno abbandonato il calcio giocato e si sono trasferiti nelle colonie indipendenti, dove ancora sopravvivono anziani livorosi e masticatori di tabacco incalliti.
Il nuovo vademecum FIFA per il nuovo “fair and healthy play” prevede un massimo di tre passaggi a squadra per turno di gioco. E gli altri fermi e muti. Se vuoi tirare, devi avvertire. Il Subbuteo, praticamente. Ne vengon fuori match educatissimi: i contrasti sono sempre più rari, di solito si cerca di convincere l’avversario a mollare il pallone con la dialettica, senza avvicinarsi troppo. A volte basta un po’ di bon ton: “passi lei, prego”, “ma no, prima lei, si figuri”. Lo chiamano il “goalateo”.
C’è ancora qualche feticista del tackle, ma ormai si fa per lo spettacolo, è considerata una pratica un po’ rozza, vintage. Al posto dei parastinchi ora i giocatori indossano le mascherine, i campioni le hanno personalizzate con le dediche ai figli (“I love Covid”).
Calzoncini e magliette non bastavano a ridurre i rischi di contagio, per cui ora il Napoli gioca con una sorta di muta mimetica Kombat, l’hanno chiamato Burqa per questioni di marketing: pare che vada fortissimo in medioriente. Cristiano Ronaldo ha sostituito il gel con l’amuchina.
Prima della partita il campo viene innaffiato con l’alcol etilico, e le panchine sono state sostituite da tende da triage. Quando c’è una sostituzione il quarto uomo misura la febbre col termometro a chi entra, e chi esce lo fa dall’altro lato del campo lanciando urla di stima e supporto al subentrante, prima di andare alle docce di decontaminazione. All’entrata sul campo da gioco l’arbitro apre le porte come i chirurghi la sala operatoria, di schiena. E i bambini-mascotte sono stati sostituiti da furetti (immuni al virus), alcuni comunque più alti di Insigne.
E’ cambiata anche la preparazione fisica e la gestione degli infortuni. Il sudore è un problema: per cui si gioca solo quando fa freddo, con l’aria condizionata. In allenamento si prediligono le passeggiate all’aria aperta, a passo morigerato. I massaggiatori hanno dovuto reinventarsi prestidigitatori, e ora curano imponendo le mani a distanza: è il metodo do Nascimiento. Se ci si infortuna, il medico sociale recinta la parte di campo dove il giocatore è steso, e da quel momento la partita si giocherà a campo ridotto.
Il presidente della Figc Burioni dice che non durerà a lungo, tutto ciò. Che una volta trovato il vaccino torneremo alla normalità. Era così bello il 2019, quando allo stadio la gente poteva dare del “coleroso” a un napoletano senza sentirsi vecchio. E l’unica cosa “virale” erano i torti arbitrali.