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Cazzullo: i nostri nonni andarono in guerra, noi dobbiamo rinunciare agli apericena

Sul CorSera scrive che “i nostri vecchi” hanno dovuto rinunciare a ben più che un apericena. Se rispetteremo i divieti e il buon senso supereremo la fase critica e ci metteremo al lavoro per ripartire

Cazzullo: i nostri nonni andarono in guerra, noi dobbiamo rinunciare agli apericena
Aldo Cazzullo domenica sera era in Curva A ad assistere a Napoli-Juventus

Sul Corriere della Sera Aldo Cazzullo scrive della crisi italiana per l’arrivo del Coronavirus. Una crisi che ci sembra terribile, ma che è ben diversa da quella vissuta dai nostri padri o nonni, con la guerra o l’epidemia di spagnola. Una crisi da cui verremo fuori.

Basta rileggere le lettere scritte dai nostri predecessori nella seconda guerra mondiale, quelle in cui esprimevano la volontà di lavorare e ricostruire la loro vita e l’Italia. Sarebbe stata quella la gioia più grande.

“L’italia si stava rialzando da una tragedia che non ha metri di paragone con l’attualità. Mezzo milione di compatrioti avevano perso la vita in battaglia, nelle rappresaglie tedesche, sotto i bombardamenti alleati, nella guerra civile, e appunto nei campi di prigionia in Germania. Il Paese era a pezzi. I nostri padri lo ricostruirono in pochi anni, e ne fecero una delle grandi potenze mondiali. La storia non si ripete mai due volte. L’emergenza di questi giorni ci pare terribile, ma — giova ripeterlo — è lontana dall’esperienza di una guerra o di un’epidemia come quella di febbre spagnola. Se sapremo rispettare i divieti e il buon senso, supereremo la fase critica e ci metteremo al lavoro per ripartire. Proprio per questo, la Ricostruzione seguita alla Seconda guerra mondiale è il periodo da cui possiamo trarre esempi ed energia”.

Il Coronavirus e la crisi che porta con sé è l’ennesima batosta in un ciclo negativo iniziato trent’anni fa, che si è acuito con la crisi del 2008.

Per ricostruire di nuovo il Paese, scrive Cazzullo, occorre un grande sforzo. Misure straordinarie, che oggi sono sanitarie, ma domani dovranno essere economiche.

“Soprattutto, occorre recuperare uno spirito”.

Uno spirito che può essere recuperato nei racconti dei nonni.

“Per questo i racconti dei nonni sono molto utili ai nipoti; i quali pensano di essere la prima generazione a dover soffrire, e non sanno che i nostri vecchi hanno dovuto rinunciare a ben altro che a un apericena”.

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