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Tomasi (Autostrade): «Il Ponte Morandi è stato uno spartiacque. L’azienda va cambiata»

A Repubblica: «Report truccati? Una faccenda deprecabile. Va ricostruito il rapporto di fiducia tra noi e il Paese. La rete è sicura ma servono manutenzione e controlli»

Tomasi (Autostrade): «Il Ponte Morandi è stato uno spartiacque. L’azienda va cambiata»

Repubblica intervista Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia. La società ha appena approvato il piano strategico 2020-2023 di “trasformazione dell’azienda”. Tomasi parla di questo ma anche del pericolo di chiusura, per l’azienda, in caso di revoca della concessione da parte del governo. E naturalmente dei temi giudiziari che hanno portato Autostrade nell’occhio del ciclone.

Tomasi si dice preoccupato

«Per il futuro dei settemila dipendenti dell’azienda che lavorano con dedizione e per la possibilità di essere una risorsa per questo Paese. E nonostante tutti gli sforzi che stiamo facendo, non sarà semplice recuperare i downgrading finanziari. Penso che non sempre ci sia consapevolezza della complessità di questa società e del Gruppo Atlantia, delle implicazioni sociali e degli impatti che un’eventuale revoca potrebbe comportare».

Sulla questione dei report truccati:

«Una vicenda deprecabile. Siamo intervenuti rimuovendo i responsabili. Per il resto mi faccia sottolineare la dedizione e lo spirito di servizio con cui lavora la grandissima parte delle persone in questa azienda».

Tuttavia, gli fanno notare gli intervistatori, Autostrade ha sentito l’esigenza di trasformare l’azienda. Vuol dire che non era perfetta? E’ un’ammissione di manchevolezze?

«Pensiamo che si debba cambiare per ricostruire la fiducia tra noi e gli utenti, tra noi e il Paese. Il crollo del Morandi è stato uno spartiacque. Una tragedia di assoluta gravità che non poteva non obbligarci a ripensare i nostri processi produttivi e la nostra stessa organizzazione. Questa azienda va trasformata e questo piano strategico vuole esserne la dimostrazione».

Tomasi indica alcune strategie per recuperare la fiducia degli utenti dopo la tragedia del Morandi

«Il gruppo si cambia inserendo anche persone con culture aziendali diverse, alzando l’attenzione sulla formazione, rendendo più responsabili i vari livelli, rafforzando i controlli e la trasparenza perché le informazioni devono essere condivise. Serve un cambio culturale e di modelli manageriali».

Il piano approvato prevede un aumento degli investimenti e della manutenzione.

«Nel nostro piano c’è scritto quello che pensiamo sia necessario: una crescita degli investimenti con un incremento pari a tre volte quello realizzato negli ultimi anni; un aumento delle risorse destinate alla manutenzione del 40 per cento; l’assunzione nell’arco del quadriennio 2020-2023 di mille persone; l’avvio di un processo di digitalizzazione sia dei controlli delle “opere d’arte” lungo la nostra rete autostradale, sia dei processi aziendali. Vogliamo investire in ricerca ed innovazione ed essere attenti alla sostenibilità. Per fare tutto questo, però, non possiamo prescindere dalla necessità di avere un piano economico finanziario bilanciato con una prospettiva di medio-lungo termine».

Quando gli domandano se garantisce sulla sicurezza delle autostrade italiane, Tomasi risponde:

«Sì. Ciò non vuol dire che non dobbiamo continuare a lavorare sulla manutenzione e sui controlli. Le attività di controllo svolte da enti terzi dimostrano che i ponti e i viadotti della nostra rete sono sicuri al 100 per cento».

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