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Dialogo tra Montalbano e Paragone sul nulla

“Ma pirchia primma eri pappe e ciccie cu Di Maia e ura lo nullifichia?” A un certo punto Paragone aveva gli occhi sbarrati e fissava il nulla

Dialogo tra Montalbano e Paragone sul nulla

Eri appena arrivata in Cummissariata quanno Fatio lo firmai pirchì vuliva darici na nutizia.
“Vini in officia cu mia”, dissi Muntilbano.
Trasettero e Muntilbano fici nzinga a Fatio de parlari.
“Dutturi vulivo dirve che chiù tarda passi da aquì il sinature Paragona che vuleva salutarve”.
Muntilbano: “E che voli da mia Paragona?”.
Fatio: “Non lo sapi”.
M: “Quanno vina diccia a Catarelli di farisilla passari”.
Carta da firmari, tilifunate alla Quistura e cammurrie varia il tempus fugive…
Il tilifuno e la vuce di Catarelli ficiro il rista e Paragona cumpagnata da un Galluzza di umori incirta trasirona.
“Caro Commissario, piacere di conoscerla: mi ha detto l’agente Galluzzo che lei è vicino al Movimento”.
Muntilbano: “Ah, accussì vi dicia Galluzza… “. La facia di Galluzza si fici giarna…
Paragona: “Allora commissario sa della mia espulsione dal Movimento operata dal nulla?”.
M: “Qualichi cusa havio vista ma non sapio i particulara: aieri sira era stanza per il travaglia… “.
P: “A Travaglio per cortesia non me lo nomini che è appattato con il nulla di cui supra”.
M: “Ma ia nun stavi a capirci nihila: chi fussa stu nulle?”.
P: “Bravo, commissario, ha detto bene: che cos’è il nulla? Nulla chiaramente”.
M (attonita): “Va bine, Paragona, io saccia che lia havi facta un sacca di battaggia per i consumatora e cuntra il puteria delle banca – mi arricorda di lia quanno eri giurnalista – ma lia divi saspiri che io non segua in manera precipie la pulticia romane”.
P. “E fa bene dottore: gente come Di Maio non dovrebbe essere considerata”.
M: “Ma fusse che chesta Di Maia è partia di chilla nulle de cuio agiturre?”.
P: “Bravo Commissario: ha capito subito… “.
M: “Ma pirchia primma eri pappe e ciccie cu Di Maia e ura lo nullifichia?”.
P: “Perché lui ha venduto il programma del Movimento ai moderati alla Zingaretti per realpolitik”.
M: “E lia che politicche vuliva faciri?”.
P: “Io volevo attuare il programma su cui i cittadini mi avevano votato: che è poi la mia storia, come lei ha detto bene supra”.
M: “Va bine, ma ura il patatracche successe e lia pote simpra scriversi alla liga o farisi un su gruppa parlamintari”.
P: “Non sia mai detto che io abbandono i dettami del Movimento: continuerò la mia battaglia all’interno dei veri dediderata dei cittadini”.
M: “Havio capita ma ura da mia che volia?”.
P: “Volevo che lei mi aiutasse a denunciare questo stato di cose”.
M: “Ma io il puliziotta facio… “.
P: “Ma lei ha il potere della fiction televisiva vista da milioni di persone”.
M: “Ma io con il Muntilbano della fictiona non havio nihilo da spartiri”.
P: “Ma allora è vera quella diceria che la vuole fratello germano di Zingaretti?”.
M: “Ma quali girmana: io siciliana sugno, Zingaretti è rumana”.
P: “Ma allora lei è appattata con il nulla?”.
M: “Ma quali pattate: io a Di Maia non lo sapia”.
P: “I cittadini verranno a prendervi a cas… “:
M: “Ura baste: io havia da laburare. Sugno i cittadina che mi pagana”.
P: “Bravo commissario: e qui c’è gente del Movimento che non ha restituito nulla del suo appannaggio parlamentare… “.
Muntilbano lo auscultave con una sorte di paure: haviva l’ocula sbarraccati e pariva rivolgerse ad un’entitate ammucciata in qualiche incognite galassie. Galluzze intanta gardava Muntilbano con timura…
Poia Paragona si firmai commo si fosse finuta la carriche e gardai fissa il vuota.
Muntilbano gardai n’ata vote a Galluzze e dissi: “Gallù, chiamma la guardia midica che il sinatori non stavi bina”.
Galluzza: “Va bine, cummissaria”.
M: “Quanno si arripiglie dicia che atturne a sunari con il su gruppe rocche e che lascia stari la pultiche: il nulle purta al nulle… “.

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