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Pedullà: Gattuso ha ascoltato Mendes. Ha aspettato un’occasione unica ed è arrivato il Napoli

Il procuratore portoghese, suo grande amico, gli ha sempre suggerito di aspettare un progetto importante. Ecco perché Ringhio ha scelto il Napoli. Per lui è il premio dopo la sofferenza dell’addio al Milan

Pedullà: Gattuso ha ascoltato Mendes. Ha aspettato un’occasione unica ed è arrivato il Napoli

“La legge di Gattuso è questa: vai dove ti portano le convinzioni, non semplicemente il cuore. Il Napoli è una convinzione, una conversione totale. Dal suo punto di vista, il giusto premio dopo la sofferenza dell’addio al Milan”.

Esordisce così, sul Corriere dello Sport, Alfredo Pedullà, parlando della successione ormai quasi certa di Gattuso ad Ancelotti, sulla panchina del Napoli.

Dopo l’addio sofferto al Milan, Ringhio ha aspettato. Ha seguito il consiglio di Jorge Mendes, che gli suggeriva di aspettare il momento giusto per dire di sì. Non voleva accettare una panchina tanto per allenare.

Ha rifiutato il Genoa, la Samp, anche la Cina, che gli aveva offerto il posto per gennaio.

“Gattuso si fida di poche persone, una è Jorge Mendes. Ha trascorso l’intera estate tra Spagna e Portogallo, si metteva in auto e macinava chilometri per fargli visita. Si beccava lezioni di stile, di vita, di strategia, di filosofia. Mendes gli ha sempre raccomandato: «Non prendere tanto per prendere, se pensi di farlo subito sbagli perché sei un fascio di nervi e di pericoloso istinto, devi riflettere»”.

E così ha fatto Ringhio.

“Ancelotti è suo fratello, nulla toglie che si siano già parlati, nell’intimità che resta tale. Ancelotti era quello da prendere affettuosamente a schiaffi per festeggiare un gol del Milan: intimità, appunto. Ancelotti è un consiglio al minuto, partita di sola andata, appunti da prendere e da lasciare a Mendes quando si è materializzato il contatto con De Laurentiis”.

Napoli è una piazza unica, non c’è niente da riflettere. Ringhio non sarà un traghettatore, però e nemmeno una scelta per i soldi, visto che i suoi li ha lasciati al Milan per permettere che il suo staff venisse pagato.

“E’ una questione di motivazioni, di fuoco che si accende soltanto se non è un semplice falò”.

Ecco perché tutta la sua attesa si concretizzerà nel Napoli

“è anche un modo per sentirsi a posto con la coscienza e per mantenere il barometro verso una sola destinazione. La sua fortuna, l’ha sempre ammesso, è quello di avere un altro fratello acquisito dentro lo staff. Si chiama Gigi Riccio, non hanno bisogno di parlarsi per capirsi, un gesto diventa manifesto. E magari hanno memorizzato, con un semplice sguardo, che aspettare l’alba di Napoli – chiara o scura vedremo – valga molto più di qualsiasi altra tentazione”.

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