L’ipotesi dell’esonero è stata accantonata. Si spera che il maggior potere affidato al tecnico basti a ricompattare la squadra e risollevare il club. I precedenti di ammutinamento da Garella al ritiro di Vietri
A Napoli si teme che il giocattolo si sia rotto, scrive Gabriele Galluccio su Libero.
“I tempi recenti del patto sarriano sono già motivo di nostalgia: il gruppo di calciatori è lo stesso, addirittura rinvigorito da forze fresche e di qualità, eppure il bel gioco è ormai un lontano ricordo, così come la costanza di risultati”.
La squadra arranca in campionato, non vince da quattro partite ed è distaccata ormai in doppia cifra da Inter e Juve. Per questo De Laurentiis aveva imposto il ritiro. Era una scelta costruttiva, legittima, scrive Galluccio, sconfessata però da Ancelotti alla vigilia della partita con il Salisburgo.
“E ciò ha offerto la scusa ai giocatori per poter disertare il ritiro. Un segnale forte nei confronti della dirigenza, un ammutinamento in piena regola che avrà pesanti ripercussioni”.
Ancelotti adesso è tra due fuochi e particolarmente caldo è il fronte che lo contrappone alla società, che non ha gradito il suo disaccordo sulla scelta del ritiro al punto da prendere in considerazione l’ipotesi di un esonero, poi scartata.
Il confronto con il presidente, però, ha rafforzato la posizione del tecnico, che adesso può decidere sul ritiro. Restano però da capire le intenzioni dei calciatori, ai quali la società chiederà un risarcimento danni.
In città ieri l’ammutinamento è stato l’argomento più discusso, con tante critiche a Insigne e compagni,
“accusati di chiudere un ciclo in maniera ingloriosa. Ciclo che per Sarri era già finito due anni fa, ma nessuno ha voluto ascoltarlo”.
Sembra chiaro che i problemi più grandi non sono tra il mister e i calciatori ma tra i calciatori e la società, soprattutto per la questione dei contratti non rinnovati e per le dichiarazioni di De Laurentiis su Mertens e Callejon in scadenza, che il presidente ha già virtualmente spedito in Cina. Oltre alle bordate lanciate a Insigne e Koulibaly.
“Insomma, è in corso un tutti contro tutti che non promette un epilogo positivo. La sensazione è che si tirerà a campare fino al termine della stagione, sperando che il maggior potere affidato ad Ancelotti basti per ricompattare la squadra e risollevare il club, che rischia di perdere tanto in caso di mancata qualificazione in Champions”.
Non è la prima volta che si verifica un ammutinamento, a Napoli, ricorda Galluccio. Accadde già l’11 maggio 1988. Garella, in accappatoio, si presentò davanti ai giornalisti con un duro comunicato contro l’allora tecnico Bianchi. Seguì l’epurazione di Bagni, Giordano, Ferrario e Garella.
E prima, nel gennaio 1985, c’era stato il ritiro di Vietri sul mare, sede del chiarimento tra Bruscolotti e Maradona, passato alla storia come l’inizio del patto che portò alla conquista del tricolore.
“Ma erano altri tempi. E pure altri uomini”.