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Da gennaio in Serie A arriva il virtual coach: un giorno ci dirà chi segna e quando

Un bell’approfondimento su Repubblica. I primi esperimenti in Juventus-Milan. I Big data elaborati in tempo reale daranno direttamente i consigli ai tecnici

Da gennaio in Serie A arriva il virtual coach: un giorno ci dirà chi segna e quando

Qui non si tratta di Big Data, di numeri, di dati, della loro elaborazione. Qui la storia è già passata oltre, e non è distopia, è futuro prossimo. Ma prossimo davvero: a partire dalla prima giornata del girone di ritorno, il 19 gennaio, la Lega Serie A farà trovare in panchina agli allenatori un tablet con il software “Virtual Coach”. Ne scrive oggi Repubblica, alla vigilia del grande convegno internazionale a Barcellona sull’innovazione applicata allo sport.

Il Virtual Coach dà direttamente il consiglio tecnico, di veloce applicazione. Non dà i numeri, dà le risposte. Raccoglie i dati, un’immensità di dati, e in tempo reale suggerisce le mosse da applicare in campo, in quel momento, in base ai dati stessi. È già stato testato durante Juve-Milan:

“Sul tablet c’era scritto: “Giocando stretti vanno in difficoltà” (minuto 36); “Sfruttiamo di più Pjanic” (minuto 57); “Troppo spazio a Çalhanoglu” (65). Il software è personalizzabile dall’allenatore in base al proprio stile di gioco. Se un tecnico vuole più giocatori liberi accanto al portatore di palla, come Guardiola, o privilegia le verticalizzazioni basse come Sarri, il programma si adegua”.

La matematica applicata allo sport è il presente:

“una manciata di algoritmi cercheranno di imbrigliarne l’imprevedibilità senza ridurne la magia, di tradurre quel movimento continuo di 22 giocatori più il pallone più l’arbitro in modelli predittivi da usare al volo. Non vuole prendere il loro posto, ma aiutarli a lavorare meglio”.

I Biga Data sono già una realtà. Che tra l’altro l’Italia ha cominciato a studiare tra i primi, grazie ad Adriano Bacconi che portò sulla panchina di Arrigo Sacchi al Mondiale Usa del 1994 l’utilizzo dei numeri a scopi sportivi. Si comincia col possesso palla e i chilometri percorsi e si finisce ad oggi:

“I dati della partita ora arrivano in tempo reale e sono diventati 5 milioni. Quaranta frame al secondo. Sono la benzina del Virtual Coach che ha due motori: da una parte i modelli matematici per riconoscere automaticamente alcuni gesti tecnici o schemi di gioco; dall’altra algoritmi di machine learning che leggono la pericolosità di un’azione. Sul primo aspetto è entrato in gioco Bacconi: «Il possesso palla e i chilometri percorsi sono nulla rispetto alla direzione e alla velocità di corsa, utili a capire la pressione esercitata sul portatore di palla, le opzioni di passaggio e quella da scegliere: la più comoda o la più rischiosa? È come entrare nella testa di ogni giocatore»”.

Nel volley, per esempio, sono già un passo avanti. Grazie ai dati si punta a indovinare le mosse dell’avversario calcolandole sulle statistiche passate. Si sono inventati un software che divide la rete in tre segmenti di 9 metri ed è in grado di predire al 90% dove il palleggiatore non indirizzerà la palla.

“Funziona, ma ai giocatori non piace: «Si sentivano manipolati». Oggi l’evoluzione di quel software è usata da molte squadre di A e da alcune nazionali. Da quell’incontro nasce Math&Sport (partner del Coni per Tokyo 2020) che ha anche aiutato Matteo Berrettini, quand’era sconosciuto, a migliorare il servizio”.

Bacconi, che di questo settore è uno dei precursori, dice a Repubblica che

“presto, dopo aver analizzato migliaia di partite, «il programma sarà in grado di dirci chi segnerà e quando»”.

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