Il Napoli è eternamente croce e delizia. A volte si comporta da squadrone, altre come una squadra che recita il copione stancamente. La partita contro l’Atalanta diventa quasi da ultima spiaggia
Su Repubblica Napoli, Guido Trombetti analizza il momento del Napoli, tra alti e bassi. Come al solito, scrive. Il Napoli ha sempre fatto così, sempre stato “croce e delizia”.
Dopo la partita di Salisburgo si è parlato di svolta. Poi, a Ferrara, il solito Napoli.
“Assolutamente vietato fidarsi della sua continuità di rendimento, e quindi di risultati”.
Nonostante ci fossero tutti i presupposti per ottenere i tre punti, dalla modestia dell’avversario al morale altissimo dopo la prestazione in Austria fino alle motivazioni fortissime dati i pareggi di Inter e Juve.
Erano tutte premesse ideali per un partitone, invece si è visto un Napoli mediocre, con Elmas inguardabile e responsabile del gol della Spal, Mertens nullo, Insigne opaco e Callejon addirittura irritante.
Ma, appunto, il solito Napoli
“eternamente croce e delizia. A momenti si comporta addirittura come uno squadrone in altri come una squadra che reciti il copione stancamente”.
Forse, scrive Trombetti, sarebbe il caso che non si parlasse più di scudetto, che andrà alla Juve, dice, a meno che Sarri “non ci metta del suo”.
Il prossimo appuntamento è con l’Atalanta, che è più avanti di noi in classifica e gioca un ottimo calcio.
“La partita diventa quasi da ultima spiaggia. Con la Roma ad un punto. La Lazio e il Cagliari a due. Nonostante tutto io però sono fiducioso che la indubbia qualità della squadra verrà fuori. Ancelotti è il gran tecnico che conosciamo ed ha sette vite come i gatti. Basterebbe un filotto nelle prossime tre partite, Atalanta, Roma e Salisburgo per rilanciare gli azzurri. Sursum corda”.