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I Benetton pronti a chiedere la testa dell’ex ad di Autostrade Castellucci

Oggi il cda di Edizioni e di Autostrade. L’ex ad di Autostrade, oggi a capo di Atlantia, non gode più del favore della dinastia. Bisogna proteggere il buon nome della famiglia e degli azionisti

I Benetton pronti a chiedere la testa dell’ex ad di Autostrade Castellucci

L’inchiesta nata dall’indagine sul disastro del Ponte Morandi, che ha portato all’operazione della Guardia di Finanza di Genova, due giorni fa, mette in seria difficoltà i Benetton.

Oggi, a Treviso, si riunisce il consiglio di amministrazione di Edizione, la holding della famiglia che controlla Atlantia. E si preannuncia una riunione delicatissima. Il board era convocato da tempo, ma alla luce dei provvedimenti cautelari emessi dal gip di Genova, Angela Maria Nutini, nei confronti degli alti dirigenti di Autostrade per l’Italia e di Spea Engineering, naturalmente acquista tutta un’altra veste.

Non è escluso, scrivono oggi i quotidiani, che venga chiesta la testa di Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade oggi al comando di Atlantia.

Castellucci aveva già manifestato a Gilberto Benetton la sua volontà di dimettersi nei giorni immediatamente successivi al crollo del Morandi. Le dimissioni erano però state rifiutate anche perché Gilberto Benetton era legatissimo a Castellucci. Ora il quadro è più complesso. Sicuramente è mutato, scrive Il Fatto Quotidiano:

“Il manager che per oltre un decennio ha garantito ai Benetton grassi dividendi dettando legge sul settore non gode più del favore unanime della dinastia, tanto più dopo la morte, il 22 ottobre scorso, di Gilberto Benetton, il regista finanziario della famiglia. Il segnale del cambio di clima è arrivato anche dal ritorno in Edizione di Gianni Mion, storico manager di fiducia dei Benetton, in pessimi rapporti con Castellucci”.

Da quanto trapela da indiscrezioni interne alla famiglia Benetton, scrive il Corriere della Sera, la scelta di far fuori Castellucci dipenderebbe da due fattori. Il primo è “la complicata integrazione con il gestore autostradale spagnolo Abertis dopo la joint venture con AcsHochtief”. Il secondo “riguarda Alitalia e il negoziato con Delta Air Lines per il rilancio della compagnia in cordata con Ferrovie e ministero del Tesoro”.

Castellucci sta gestendo questo dossier personalmente. Si tratta di un investimento da oltre 300 milioni per Atlantia, “letto anche come elemento negoziale con il governo per evitare una revoca della concessione ad Autostrade”.

Edizione, ieri, ha precisato in una nota che la vendita di Autostrade «non è sul tavolo». Ma diverse banche d’affari hanno già fatto una valutazione su una sua eventuale valorizzazione.

“Trovare un acquirente ora, però, è complicato. Le clausole contrattuali sarebbero infinite”.

Castellucci, indagato per il crollo del Ponte Morandi, gode della fiducia degli investitori nel consiglio di amministrazione. Tra cui il fondo sovrano di Singapore, la Fondazione cassa di Risparmio di Torino, la banca Hsbc e Lazard. Un avvicendamento al vertice non sarebbe un’operazione semplice e indolore.

La volontà dei Benetton è però evidente, scrive Il Secolo.

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