Il presidente del Napoli non fa mistero di aver provato a portare in azzurro Antonio Conte ma definisce Ancelotti il «il Von Karajan del calcio»
Aurelio De Laurentiis ha parlato del presente e del suo Napoli nell’intervista al Corriere dello Sport, ma anche del passato che a volte ritorna, anche se il presidente chiarisce che non ha mai creduto nei ritorni di fiamma
“Sarri è un grandissimo allenatore e quindi cosa dovrò dirgli se non “bravo” oltre a stringergli la mano. Come ho già detto il passato è il passato, il presente è il presente e il futuro è quello che sarà. Non mischio il passato con il presente e il futuro. Io guardo sempre al futuro. Il resto fa tutto parte dell’esperienza che uno ha. Non ho mai creduto nei ritorni di fiamma anche perché Napoli è una città straordinaria, ma anche molto complessa e che bisogna amare senza limiti. Non tutti sono capaci di farlo. Neppure gli stessi napoletani, o almeno non tutti sia chiaro, sanno amarla o la capiscono fino in fondo… Io amavo immensamente mio padre che, pur non essendo nato Napoli, ma a Torre Annunziata da padre irpino, rappresentava l’essenza colta di una napoletanità straordinaria. E’ quella a cui mi riferisco e che amo”.
Intanto il presidente si gode il suo “allenatore perfetto”, Carlo Ancelotti che lui stesso definisce”il Von Karajan del calcio: democraticamente inflessibile, culturalmente irreprensibile e amichevolmente esemplare”, anche se ammette di aver provato a portare Conte al Napoli in passato
“Con Antonio ho un ottimo rapporto. Ci siamo frequentati nuotando nel mare delle Maldive dove ho conosciuto anche la sua straordinaria famiglia. Molto prima dell’avvento di Ancelotti, quando Conte stava a Londra, l’ho tempestato di domande per proporgli di venire al Napoli. Lui mi rispondeva che il contratto che aveva in essere con il Chelsea gli impediva di parlare con terzi. Credo fosse vero perché poi ha impiegato un anno per poter venire ad allenare in Italia”.