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Ziliani: Marotta salvò più volte Paratici alla Juve, ma in cambio fu tradito

Sul Fatto Quotidiano il racconto degli screzi tra i due dirigenti che iniziarono nel 2012. Tra messaggi galeotti inviati alla persona sbagliata e denunce per stalking e diffamazione

Ziliani: Marotta salvò più volte Paratici alla Juve, ma in cambio fu tradito

Sul Fatto Quotidiano, Paolo Ziliani racconta i motivi della rottura tra Beppe Marotta, oggi ad dell’Inter, e Fabio Paratici, Chied Football Officer della Juve, rimandando l’inizio degli screzi tra i due al 2012, quando erano entrambi alla Juventus.

Tutto inizia il 23 ottobre di quell’anno. Precisamente la sera della sfida di Champions Nordsjelland-Juventus (finita poi con un pareggio). Antonio Conte è squalificato per 4 mesi per calcioscommesse e siede in tribuna. Accanto a lui Paratici, all’epoca braccio destro di Marotta alla Juve.

Conte dà ordini al vice Alessio. Detta le sue indicazioni a Paratici che le gira al vice allenatore tramite sms.

Nel secondo tempo, quando la Juve è sotto di un gol, Conte ordina tre cambi che, però per sbaglio, arrivano via sms non solo sul telefonino di Alessio, ma anche su quello di Gianluca Fiorini, procuratore e agente Fifa.

Fiorini legge gli sms e scrive a Paratici avvertendolo di aver sbagliato destinatario dei messaggi. Paratici, il giorno dopo, lo chiama e lo prega di non dire nulla a nessuno. Per lui sarebbe un guaio grosso, visto che Conte è squalificato.

Per capire, però, cosa c’entri un messaggio finito sul telefono sbagliato, con la rottura dell’amicizia tra Marotta e Paratici bisogna fare un salto in avanti nel tempo, spiega Ziliani. Precisamente al 15 luglio 2014.

Conte è in polemica con il club che non gli compra i giocatori che vuole: si dimette e abbandona la Juve.

Due giorni dopo, stavolta non per sbaglio, Paratici chiama Fiorini. È agitato: gli spiega che Alvaro Morata minaccia di non venire più alla Juve se non c’è Conte e gli dice che Marotta ne è felice. Gli chiede aiuto, visto che l’anno prima, agli Europei Under 21 in Israele, Fiorini aveva avvicinato Morata per conto della Sampdoria.

Fiorini accetta, chiedendo un compenso in caso di buon esito dell’affare. Poi chiama Morata e lo convince a dire sì alla Juve.

Il giorno dopo Paratici ringrazia Fiorini e lo invita a Vinovo. Vuole essere aiutato anche per il difensore serbo Babic. Si tratta di un extracomunitario e Paratici vuol fare l’operazione contando su un club amico come Sassuolo o Atalanta.

La trattativa non decolla. Fiorini comincia ad avvertire una certa freddezza di Paratici nei suoi confronti e chiama Marotta. Gli ricorda di avere avuto un ruolo fondamentale nell’operazione Morata, di cui, però, Marotta non sapeva nulla.

Dopo pochi minuti, Fiorini inizia a ricevere messaggi durissimi da Paratici, che gli scrive:

“La Juventus non ha bisogno di Gianluca Fiorini”.

Fiorini prova a ricontattare Marotta, inutilmente. Il 13 novembre chiede alla Figc di adire le vie legali contro Paratici per le ingiurie ricevute via sms. Nemmeno la Figc gli risponde e non lo farà mai.

Nel frattempo, Paratici confessa a Marotta la faccenda degli sms finiti per sbaglio sul cellulare di Fiorini. Il fatto non è ancora prescritto e Paratici non si fida di Fiorini, che potrebbe inguaiare la Juve.

Infatti, l’agente invia un esposto alla Procura federale e alla Procura del Coni proprio sulla questione sms, ma non riceve risposta. Anzi, viene denunciato da Marotta per stalking.

“Il 20 febbraio 2015 Marotta presenta una seconda denuncia alla Digos di Torino (che il 9 maggio va a sequestrare il telefonino di Fiorini) all’attenzione del commissario Carmine Massarelli: un pubblico ufficiale che di lì a poco riceverà compensi dalla Juventus per docenze, pagate 140 euro l’una”

Ai primi di gennaio Fiorini viene condannato a pagare una multa di 300 euro per molestie telefoniche. Si oppone, presenta a sua volta una denuncia per diffamazione verso chi ha fornito false testimonianze a Marotta e chiede alla Procura federale il suo deferimento perché lo ha portato in tribunale senza passare per la Figc. Ancora una volta non riceve risposta. Sarà poi definitivamente assolto nel 2018.

Marotta, insomma, si muove a tutto raggio per rimediare ai pasticci di Paratici, scrive Ziliani, che possono compromettere l’immagine della Juventus e bruciare lo stesso Paratici. Sono amici.

“Ma molta acqua è passata sotto i ponti dalla sera in cui Paratici sbagliò a mandare quei tre sms; e tante cose sono successe, ultima l’acquisto di CR7 che Marotta osteggiò e Paratici invece propiziò. Alla fine Paratici è entrato nel cuore di Agnelli scacciando Marotta e scalzandolo dall’organigramma”.

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