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Il caso Guardiola, ovvero giocare in Borsa sull’emozione

Su Lettera 43 un pezzo in cui spiega come il dibattito e le incertezze intorno alla panchina della Juve hanno influenzato il mercato azionario

Il caso Guardiola, ovvero giocare in Borsa sull’emozione

Vincenzo Imperatore ha scritto oggi un pezzo per Lettera 43 dal titolo “Il caso Juve: quando l’emotività invade i mercati” per spiegare come il dibattito e le incertezze intorno alla panchina della Juve hanno influenzato il mercato azionario. Ne riportiamo alcuni stralci:

SUL TITOLO JUVENTUS L’EUFORIA DEGLI INVESTITORI

Prendete il titolo della Juventus, è aumentato nell’ultimo periodo del 30% mica perché hanno preso davvero Pep Guardiola. No, è aumentato perché la notizia dell’arrivo del catalano porta entusiasmo negli investitori. Il prezzo di un’azione oscilla quando c’è una notizia positiva che coinvolge la società. «La Juve ha in mano Guardiola», il titolo schizza. Ora, facciamo che il prezzo reale di un’azione Juventus vale 1, l’emozione Guardiola porta quel prezzo a 4, oltre il suo effettivo valore. Le notizie, però si sa, si espandano step by step. Arrivano prima a poche persone, quelli vicini all’azienda (insider): «Sai che Andrea ha parlato con Pep?». Il prezzo delle azioni aumenta leggermente per effetto della domanda.

Gli analisti fondamentali, quelli che leggono i bilanci, notano il dato, cercano di individuare il valore effettivo dell’azienda (Guardiola porta con sé sponsor e fatturato), rilevano l’aumento di valore e comprano a mani basse, sicuri dell’affare. Nella city di Londra, ad esempio, il matrimonio tra il tecnico dei Citizens e i bianconeri è dato per fatto (da giorni!). La notizia comincia a diffondersi, il prezzo è sale ancora. A questo punto intervengono gli analisti tecnici, quelli che leggono i grafici e chHe sono più numerosi dei “fondamentalisti” . Il momento è favorevole, decidono di acquistare.
A questo punto il titolo è alle stelle, Guardiola-Juve non è fatta ma il titolo è alle stelle. La notizia è arrivata agli investitori comunimedia, risparmiatori, operatori del settore (banche, consulenti, ecc). È un affare! A questo punto ci entrano tutti, anche chi non aveva mai investito. Questo è il parco buoi in gergo, perché come i buoi tutti vanno nella stessa direzione anche non sapendo la direzione. Inizia il declino, non perché forse sarà Maurizio Sarri il nuovo tecnico ma perché gli insider (i primi investitori) cominciano a uscire, hanno già portato a casa un grande guadagno. Dopodiché disinvestono anche parte degli analisti fondamentali e il prezzo scende ancora. Gli analisti tecnici leggono i grafici, fuori in massa, il prezzo crolla. Restano gli ultimi entrati (gli investitori comuni) che, presi dalla paura, vendono, il titolo sprofonda oltre il suo valore intrinseco. Inizia la fase del panico. Il ciclo si chiude quando le emozioni abbandonano il titolo, che risale lentamente e torna a prezzare il suo valore effettivo.

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