ilNapolista

Quelli che (come Clemente di San Luca) avevano visto in Sarri la rivalsa antropologica

Si sono fatti illudere dal Falso Bagnolese. Aver voluto fare di lui un altro Che Guevara è stato un tragico e forse ridicolo errore. i miti sono fake news che hanno avuto successo. Saperlo è il segno che si è adulti

Quelli che (come Clemente di San Luca) avevano visto in Sarri la rivalsa antropologica

Ieri calcionapoli24 ha ospitato il grido di dolore di Guido Clemente di San Luca profondo amante più che estimatore di Maurizio Sarri. Il professore cita addirittura “Dio è morto” dello juventino Guccini. Scrive che “è stata asfalta la idealità che la sua figura ha incarnato”. Che “tradire un’idea è ancora peggio che tradire un popolo”. Scrive che “tutti hanno un prezzo: anche il Che, che ora sceglie la presidenza degli Stati Uniti”. E conclude così: “L’eroe che avrebbe potuto essere unico e che invece, come tanti, ha preferito vendere l’anima al diavolo”. E sul Napolista Vittorio Zambardino commenta il lancinante scritto del prof.

La rivalsa antropologica

Ho guardato gli ultimi tre campionati seduto accanto al professor Guido Clemente di San Luca, in tribuna Nisida. Al di là del fumo passivo per me e della diminuzione dell’udito all’orecchio sinistro per i suoi urli, so che dietro le parole che ha affidato a CalcioNapoli24 c’è molta sofferenza ed anche un sincero sforzo di rivedere le proprie posizioni, quelle che alla verifica della realtà sono svanite come il fumo di una delle sue sigarette.

E qui però il professore non ce la fa a fare il salto nella realtà, come non ce la fanno ancora tutti quelli che appartengono alla sua tipologia di sarrista: quelli che hanno voluto vedere in una felice stagione di calcio il riemergere vittorioso della radice napoletana, la rivalsa antropologica.

Il Falso Bagnolese

Ora, e lo dico senza nessuna arroganza, gli amici che si sono fatti illudere dal Falso Bagnolese, potrebbero fare uno sforzo importante per loro e per la cultura del tifo napoletano, e dico seriamente, per dire a se stessi e a noi di essersi sbagliati. La cultura del dileggio a noi non appartiene. Siamo stati dileggiati noi, non da Clemente, che paga i suoi biglietti e non manipola il tifo per scopi personali.

Cari amici, si tratterebbe di capire quale catena perversa di errori si è attorcigliata attorno alla vicenda Sarri. Professionalità è termine pieno dei criteri che regolano i comportamenti dei professionisti moderni. “Fluido”, nel senso di “in perenne trasformazione” è la nostra condizione contemporanea. Nella quale le bandiere hanno un valore relativo. Ed è anche possibile piangere di commozione quando una bandiera tramonta, a patto di sapere che la bandiera è una finzione che ci aiuta a vivere: come quando si piange al cinema. La modernità va interiorizzata, a secolo ventunesimo inoltrato, noi amiamo i nostri miti non riamati.

Aver voluto fare di Maurizio Sarri un altro Che Guevara è stato un tragico e forse ridicolo errore, uno spreco di enfasi. Il ragioniere toscano non meritava tanto affetto e tanto peso sulle spalle, ci ha manipolati tutti, solleticando il desiderio di identità e rivalsa di Napoli. Che è come la bandiera, un sentimento relativo, finisce col film. Puoi anche sentirlo sacro come quello verso la mamma. Ma anche le mamme e gli eroi hanno difetti e falsità, e i miti sono fake news che hanno avuto successo. Saperlo è il segno che si è adulti.

ilnapolista © riproduzione riservata