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Non tifo più Napoli, perché De Laurentiis non ha difeso i miei sogni

Si può essere anti De Laurentiis anche senza strepitare per Grassi e Regini. Chiedo il diritto di replicare alla linea del Napolista

Non tifo più Napoli, perché De Laurentiis non ha difeso i miei sogni

Salve,

sono un ex tifoso del Napoli e ritengo che dopo l’ultima intervista ad Enzo d’Errico ci sia una parte di Napoli che chiede il diritto di replica contro questa anti-propaganda in difesa della società. Non ho la pretesa di rappresentare l’intera città, ma mi propongo di esprimere una buona parte dei motivi del dissenso e che mi hanno portato a lasciare il tifo.

Per chiarezza, articolerò il mio discorso in punti chiave:

Il calciomercato

C’è una frangia “popolare” della tifoseria che critica la società bombardando sempre su unico fronte: il calciomercato, ergo niente top player in entrata e plusvalenze in uscita. Qui si commette il grosso errore di considerarlo come motivo principale di protesta; per quanto mi riguarda, la politica dei giovani resta la più adatta alle risorse economiche del Napoli e ho fatto le mie battaglie a suo tempo per difendere gli acquisti dei vari Ghoulam, Jorginho, Koulibaly, ecc. Di plusvalenze il Napoli ne fa forse anche poche dato il fatturato del club. Sì, esistono anti-De Laurentiis che non chiedono Cavani e apprezzano Milik e che non si fanno venire le crisi dopo aver comprato Grassi e Regini.

Il fatturato

Tenendo conto sempre del fatturato del Napoli, i risultati non sono buoni, ma ottimi e i veri tifosi del Napoli non pretendono proprio nulla. Sarri a suo tempo disse che i tifosi del Napoli meriterebbero di vincere per tante ragioni e una di queste è che non lo pretendono, perché ne conoscono le difficoltà e io mi riconosco esattamente in quella Napoli. In generale, il concetto dei “tifosi meritevoli” mi sta sulla scatole a tutti i livelli, anche quando si dice che il Napoli deve accontentarsi di quello che ha per la storia, per me un tifoso del Frosinone merita di vincere quanto un tifoso del Milan, non c’è storia che tenga, sono le potenzialità economiche a dettare gli obiettivi di un club.

Mancanza di ambizione e di sviluppo delle potenzialità

Qui espongo le ragioni per cui criticavo il Napoli quando ne ero ancora un sostenitore: mancanza di ambizione e di sviluppo delle potenzialità, dunque scarsa programmazione in termini di merchandising, settore giovanile e strutture. Il Napoli di De Laurentiis non è un’impresa economica, tende a vivere di rendita, ma la stabilità nel breve porta al calo sul lungo, difatti il fatturato strutturale del club (bloccato da anni) è rimasto indietro rispetto ad altre realtà. In sintesi, grande gestione delle risorse, miope visione sul medio-lungo periodo.

La figura di Sarri

Voglio controbattere questo attacco continuo alla figura di Sarri, idolo di tantissimi tifosi ed etichettato come “masaniello”. Sarri è una persona che dice le cose esattamente come stanno, nel bene e nel male, non ha mai ambito alla popolarità, ci sono frasi di Sarri che sono fortemente anti-popolari, come la difesa di Higuain dopo i fischi dei 60000 al S. Paolo o la difesa di Giuntoli e della società dopo il mercato di gennaio dello scorso anno; se Sarri attacca il potere della Juventus, lo fa perché lo pensa realmente, non per cavalcare onde emotive.

Sono un ragazzo studente universitario di fisica e Sarri per me è una figura di riferimento, perché si è costruito da solo, è partito dal Figline Valdarno in 2.a categoria e ora allena il Chelsea nella Premier, il tutto con il solo sudore della fronte. Il mister mi ha insegnato a non piangermi mai addosso (a differenza di quanto narrato dalla versione “canonica”) e a capire che se ogni mattina mi alzo e mi faccio un c… così posso ottenere ciò che voglio.

Dell’almanacco non me ne può fregare di meno, Orsato ha dichiarato in mondovisione il 28 aprile 2018 che a scriverlo sono dei mafiosi, perché non si comunica solo con la lingua, possono bastare un fischietto e due cartellini. Il mister pensava come noi, era uno di noi. Ciò che ci ha dato Sarri vale molto di più di questo, ma in Italia a vincere non sono il lavoro e la passione, ma la truffa e il raggiro.

Il motivo del distacco

Infine, arrivo al motivo del distacco: i soli arbitraggi delle partite della Juventus dello scorso anno sarebbe stati sufficienti per farmi capire che stavo seguendo qualcosa di truccato e studiato a tavolino, ma il Napoli ha fatto di più: ha acconsentito tacitamente a tutto quanto accadeva mostrando un disinteresse totale alle nostre emozioni, ha allontanato Sarri additandogli come colpa aver fatto 91 punti come obiettivo personale (il mio sogno un obiettivo personale!) e continua tuttora a mostrare freddezza e fastidio nei confronti dello scorso anno, dai complimenti alla Juventus per partite in Champions alla damnatio memoriae degli ultimi giorni degli anniversari delle partite decisive della scorsa stagione.

Potrei citare tantissimi episodi, la sintesi del discorso è che la società dimostra un totale disinteresse nei nostri confronti con l’aggravante di apparire (se non essere!) complice del sistema mafioso vigente nel calcio italiano, sistema che l’anno scorso ci ha aperto una ferita che stenta a rimarginarsi; Inter-Juventus sulla carta è finita il 28 aprile 2018, per noi è finita mezzora fa e fa ancora male.

Raffaele De Feo

 

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