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Napoli-Inter nella chat delle mamme: tra un gol di Mertens e i compiti di matematica

La delirante domenica sera di una tifosa alle prese con i messaggi Whatsapp delle classi dei figli

Napoli-Inter nella chat delle mamme: tra un gol di Mertens e i compiti di matematica

Quando sei una mamma di due figli in età scolare e sei anche tifosa, la partita della domenica sera, contrariamente a quanto possa sembrare, è un vero supplizio.

Si potrebbe pensare che sia un orario comodo e rilassante ma vi assicuro che non è così. Per quelle come me, infatti, dopo una mattinata tutt’altro che di riposo trascorsa tra la spesa, i fornelli e la sistemazione della casa, la sera della domenica potrebbe essere un momento di completo relax mentre i bambini si limitano a litigare autonomamente di tanto in tanto prima di andare a dormire. Si potrebbe pensare che sia un ottimo orario per sedersi sul divano e dedicare un’ora e mezza alla propria passione calcistica. Invece, purtroppo, non è così.

Chi ha deciso di programmare questo orario sicuramente non incontra le mie stesse difficoltà. Chi lo programmò per la prima volta, infatti, ancora non aveva idea che sarebbero arrivati gli smartphone con le loro app e sicuramente non prevedeva che noi saremmo diventati membri di un numero imprecisato di chat di Whatsapp per ogni figlio partorito una decina d’anni prima.

Ma come si può fare? È una sincronizzazione perfetta: alle 20.30 in punto si aprono le danze e il suono delle notifiche non smette di assillarmi. Si comincia al calcio di inizio con la chat della classe.

Si sa: alle 20.00 tutte le mamme iniziano a preoccuparsi che i loro figli non abbiano fatto i compiti e, entro le 20.25, si rendono conto anche che i rispettivi diari sono privi di qualsivoglia informazione in merito allo studio dei propri bambini.

Così, al calcio di inizio, la mamma di un bambino che, per comodità e per rispettarne la privacy, chiameremo Mattia, inizia a scrivere all’impazzata sulla chat della quarta C chiedendo cosa mai si sarebbe dovuto fare di matematica per il giorno dopo.

Nel giro di quaranta secondi le attivissime mamme della chat iniziano a mandare informazioni di ogni genere per soddisfare la richiesta della mamma di Mattia. Ovviamente le informazioni sono contrastanti, altrimenti sarebbe troppo facile. Il Ding-Dong del telefono inizia ad annunciare l’arrivo di grappoli di messaggi e fotografie.

Qualcuno sostiene che bisognava fare gli esercizi a pagina 125 ma viene subito contraddetto dalla foto del diario di Luca che riporta gli esercizi a pagina 152 e che c’è stata una inversione di cifre. Mentre Milik tira alto il buon assist di Callejon, la mamma di Martina sostiene che “a me la maestra ha detto che bisognava fare queste pagine qui” e invia sei o sette fotografie delle pagine del libro che, per quanto mi riguarda, servono solo a occupare la memoria del mio telefono.

Passano pochi minuti e la mamma di Gaia interviene dicendo che quelle pagine erano per venerdì, proprio mentre Zielinski provvede a tirare fuori il missile terra area che si stampa nel sette destro di Handanovic.

La discussione si protrae per un tempo irragionevole e inizia a diventare sterile quanto i tentativi di Milik di raddoppiare il vantaggio. Non so se si esaurisca più rapidamente la mia pazienza per le notifiche ricevute o quella di Spalletti che vede i suoi ragazzi impotenti in mezzo al campo.

Il dubbio viene sciolto quando, alla fine del primo tempo, parte la chat dell’altro figlio, nella quale sembra indispensabile organizzare adesso, proprio durante la partita, il regalo di compleanno per la festa di Marco in programma martedì.

Non si può, non è possibile che i miei figli siano capitati in classi di gente che non guarda la partita. Non so quanto io sia in grado di resistere. Devo ringraziare mio padre che, oltre alla passione per il Napoli, mi ha insegnato anche la buona educazione perché in queste situazioni ci sarebbero gli estremi per mandare gentilmente a quel paese almeno una quindicina di mamme.

Mamme che, peraltro, ignare del fatto che a casa mia si stia festeggiando il gol di Mertens, continuano a litigare, più che confrontarsi, su quale possa essere il  regalo migliore per quel bravissimo ragazzo di Marco.

Intanto, mentre Icardi subentrato a Politano non riesce a pigliare una palla, mi accorgo di essere finita in un’ulteriore chat per la prima comunione di Federico della quale non mi ero nemmeno accorta, nel mare magnum delle conversazioni che affollano il mio telefono. Neanche a dirlo, il momento più adatto per organizzare il festeggiamento è esattamente alla metà del secondo tempo.

Il mio telefono sembra la centrale dei radiotaxi la notte di Capodanno. Le notifiche delle chat si intrecciano e contribuiscono a d aumentare lo stress generato dai tiri fuori di Callejon. Non so dire se ho maledetto di più José o la mamma di Lorenza, che insiste sugli esercizi a pagina 125.

In questo quadro apocalittico, l’eroe della mia domenica di mamma è stato Fabian Ruiz che non solo ha chiuso la partita con una doppietta ma, inconsapevolmente, ha risolto anche il problema delle notifiche. Nell’euforia dei gol, infatti, il telefono è volato a terra e si è spento.

A fine partita ho deciso di non accenderlo per prendermi un’oretta di pausa vera prima di lanciarmi nella nuova settimana ma solo dopo aver verificato che a casa mia non ci fossero problemi di compiti.

“Luca, amore di mamma, ma tu li hai fatti i compiti di matematica?”

“Non ancora mamma. Non so se devo fare quelli a pagina 125 o 152”

“A posto così tesoro, non ci pensare, vieni a dormire”.

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